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Bove: “Mi sono sempre sentito un supereroe, adesso sono più vulnerabile”

Bove
Bove è tornato a parlare del malore accusato durante la gara tra Fiorentina e Inter e delle sensazioni avute dopo l'uscita dall'ospedale
Redazione VN

Edoardo Bove, centrocampista viola che dopo il malore dello scorso dicembre, è entrato a far parte dello staff di Palladino, seguendo sempre la squadra in trasferta e in casa, si è raccontato al BSMT di Gianluca Gazzoli su YouTube. Nella prima parte Bove ha parlato delle sue emozioni e sensazioni provate subito dopo il risveglio in ospedale. Ecco le sue parole:

Sono stato molto fortunato per le città in cui ho giocato, perché sia Roma che Firenze sono bellissime. Firenze è una città fantastica, dove mi sono sentito da subito molto bene. E' un posto tranquillissimo dove la gente mi tratta bene.


L'impatto con le persone dopo il malore

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Quando sono uscito dall'ospedale ho visto subito come cambiava il loro sguardo nei miei confronti rispetto al passato. In quel momento quello sguardo mi dava fastidio, erano contenti di vedermi però allo stesso tempo provavano un po' di pena per me. Poco dopo ho capito quanto queste persone fossero realmente felici di vedermi e questo mi ha fatto capire l'importanza e la gravità di quello che mi era successo. Una parte di me non vuole ancora credere a quello che è successo quel giorno. Mi sono sempre sentito un supereroe, mentre adesso mi sento molto più vulnerabile. 

Ti ricordi quel momento?

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La prima cosa che ho fatto è stato riguardare quel momento. Mi sono svegliato in ospedale senza capire quello che mi era successo. Inizialmente non mi davano fastidio le immagini, riguardandole adesso torno indietro con la memoria e non sto bene. In questo momento sto molto meglio anche sul piano mentale, però rivedere quelle immagini mi apre tantissimi punti interrogativi: perché a me? Perché non posso più giocare? Ho capito subito quanto fossi fortunato, soprattutto vedendo la faccia dei miei familiari e quella della gente per strada. Mi rendo conto della mia fortuna, però mi pongo lo stesso quelle domande.

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