Sono diventato centrocampista perché ai lati mi annoiavo, volevo toccare più palloni possibile.
Se non calciatore? Facevo calcio e tennis insieme, forse avrei provato a fare il tennista, non so a quali livelli.
Il momento più difficile della mia carriera? Gli infortuni, che ti tengono lontano dal campo. Una volta in Primavera mi sono rotto il braccio e una settimana dopo c'erano le finali, sono riuscito a giocare con un tutore ma mi era crollato il mondo addosso, che sfortuna.
Giocare nella Fiorentina? Pregi sicuramente l'ambiente, dai tifosi al centro sportivo, la città - non sono ancora un esperto, ma me ne parlano tutti benissimo - e il cibo, che è ottimo. A livello calcistico è il posto perfetto. Difetti... che bisogna fare le interviste (ride, ndr), o forse la pressione, che però è giusta fino a un certo punto".
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