Roberto Baggio è tornato a parlare del suo addio a Firenze (QUI LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA). L'ex numero 10, in viola dal 1985 al 1990, ha ricordato il passaggio alla Juventus al BSMT di Gianluca Gazzoli:


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Baggio/2: “Il passaggio alla Juventus un inferno. La sciarpa? Era il minimo”
"Io non volevo andarmene, è stato visto come un rifiuto alla Juventus. Io in realtà non rifiutavo la Juve, ma non volevo andarmene da Firenze. Mi sentivo in debito con questa città, questa gente, questa tifoseria. Sarei andato via dopo magari, ma non in quel momento".
Le proteste
"Mi ricordo ovviamente. Ci fu la preparazione di Italia '90 a Coverciano. Era appena successo il mio trasferimento e la gente era avvelenata, ci furono incidenti per tre giorni e la cosa mi toccò profondamente. Non ce l'avevano con me, era ovviamente il fatto che io ero andato via e loro non volevano assolutamente. Di conseguenza il loro amore si è scatenato in un inferno."
La sciarpa
—"Si creò il putiferio? E' strana questa cosa. Si parla tanto del calcio pieno di mercenari, poi quando uno dimostra affetto e gratitudine subito viene etichettato. Io l'ho fatto in maniera spontanea, era il minimo che potevo fare senza mancare di rispetto alla Juventus, non era il mio intento. Il mio intento era dire grazie a quello che mi aveva dato la gente di Firenze. Una cosa semplice. Però allora andava bene creare un caso, come lo è stato il calcio di rigore. Vado a giocare a Firenze con la maglia della Juve, fanno rigore su di me e in settimana avevamo deciso che lo avrebbe battuto De Agostini. Per evitare ogni cosa. De Agostini era rigorista della Juve finché non sono arrivato io. Fatalità lo sbaglia, e hanno montato un caso sul mio rifiuto. Serviva a tanti per fare confusione, ecco...".
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