"Non può fare il quinto", parola di Cesare Prandelli. E nemmeno la seconda punta a giudicare dalle poche volte in cui si è cimentato in quel (nuovo) ruolo quando in panchina c'era Beppe Iachini. E con il ritorno (transitorio, chissà) al 3-5-2 Josè Maria Callejon rischia di diventare l'equivoco del mercato e della rosa viola, visto e considerato che in questo momento sembra non avere una precisa collocazione in campo. "Io sono Callejon" rispose fiero e sicuro appena sbarcato a Firenze quando gli fu chiesto se l'eredità di Chiesa poteva pesargli; ma per ora il giocatore ammirato a Napoli fra tagli alle spalle della difesa, assist a ripetizione e sprazzi di classe non si è visto neanche lontanamente.
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L’equivoco Callejon: da erede di Chiesa a non può fare il quinto
Per quale modulo era stato preso lo spagnolo? Un arrivo ritardato e il Covid hanno compromesso i suoi primi mesi in viola
Il perché
Dopo l'addio dal Napoli lo spagnolo ha vissuto settimane da svincolato, allenandosi da solo ma senza una preparazione vera e propria con compagni di squadra e punti di riferimento. Comprensibile dunque, che all'inizio avrebbe faticato e il suo inserimento è stato infatti graduale: pochi minuti con lo Spezia, titolare (ma arrugginito) contro Udinese e Roma venendo sostituito attorno all'ora di gioco, in mezzo il rodaggio contro il Padova dove segna e gioca tutto il match. Alla vigilia della gara di Parma poi, la positività al Covid che pesa come un macigno. Niente allenamenti, isolamento, un inesorabile calo di forma dettato dalla lontananza dal campo. Reset, serve ripartire da zero. E lo fa anche Prandelli non appena lo ha a disposizione: sì, perché dopo Milan e Genoa il n° 77 perde posizioni nelle gerarchie viola. A Bergamo gli viene preferito Lirola - salvo poi entrare a gara ormai compromessa -, con il Sassuolo siede novanta minuti in panchina e anche oggi non partirà titolare.
Colpa del cambio di gioco, del ritorno a quel 3-5-2 per cui era stato preso: sostituire Federico Chiesa. Ecco l'equivoco. Forse alcune valutazioni in estate sono state fatte in maniera sommaria, dettate anche dalla necessità di prendere un nome di spicco in quella zona del campo. Che fino a ora non ha purtroppo reso per quello che è sempre stato il suo reale valore da tanti anni di Serie A. E quando vede il Verona si scatena
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