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Fiorentina solida, è svolta tattica? Bonaventura il nuovo “prof” viola

Fiorentina solida, è svolta tattica? Bonaventura il nuovo “prof” viola - immagine 1
Appunti di viaggio della nostra firma anonima, per la Fiorentina che ritorna da Udine con in tasca tre punti pesanti per la classifica
Il ViolAutore

Il successo di Udine lancia la Fiorentina nei quartieri nobili della classifica. Per una volta ci turiamo il naso se il gioco non è stato spumeggiante. Ci va bene così, a patto di dare continuità anche nelle prossime due contro Frosinone e Cagliari, altri ostacoli non insormontabili prima del crash test a Napoli. Alla Dacia Arena i viola hanno vinto soffrendo, quindi il carattere c'è. Ripartiamo da questo. Semmai: ma la partita in Friuli può essere stato un crocevia della stagione?

Nuovo modulo forever?

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Quando trovò la quadra con il 4-2-3-1, Italiano lo scorso anno non cambiò più. Anche se in molti gli chiedevano di provare le due punte e, magari, la difesa a 3. Nell'ultima parte della sfida di Udine, i tre centrali li ha davvero messi in campo. Sarà definitivo anche stavolta? Probabilmente no, ma il terzetto Ranieri-Milenkovic-Quarta ha funzionato: nel finale i viola hanno sofferto un po' meno rispetto alle tante (troppe) occasioni concesse nell'arco dei 90 minuti. L'impressione è che soprattutto l'argentino che segna gol da centravanti consumato oltre ad avere doti tecniche non da difensore, possa trarre giovamento da un sistema di questo tipo, che invece non si attaglia troppo alle caratteristiche di Dodo. Ma il brasiliano purtroppo per un po' non ci sarà (è uscito in stampelle dallo stadio dopo l'infortunio al ginocchio) e Biraghi è in grado di fare anche fare il destro quando non si vorrà puntare sul promettente Kayode. Con il 3-4-2-1, potrebbero inoltre giocare insieme Beltran e Nzola e magari trovare finalmente la prima gioia sotto porta. Ovviamente l'altro uomo offensivo sarebbe Gonzalez, out per un guaio fisico dalla sfida di Udine.


Mister in... campo

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E Bonaventura? Per lui una maglia ci sarà sempre in questa squadra. E' il valore aggiunto in campo e fuori. Ridurre la sua prestazione alla Dacia Arena ai pur fondamentali assist e gol, non gli renderebbe giustizia. Chiaro che anche qualora Italiano decida di abolire il trequartista, lui potrebbe tranquillamente fare il centrocampista puro. Anzi, tra il serio e il faceto che se la scelga da solo la posizione più congeniale. I conciliaboli con l'allenatore nei momenti topici della gara dimostrano come il tecnico gli abbia concesso il ruolo di collante tra staff tecnico e giocatori. La sua esperienza parla da sola ma la terza giovinezza (dopo l'esplosione all'Atalanta e la consacrazione al Milan) che sta vivendo a Firenze non era scontata. Tanto che per la prima volta da quando siede sulla panchina viola, Italiano si è dimostrato meno inflessibile nei rapporti coi suoi ragazzi. Se Jack dice “ora giochiamola lungo”, i compagni smettono il tiki taka e si affidano al lancio. Se Jack parla, il baby Kayode esegue senza fiatare. Se Jack li richiama, gli attaccanti rinculano. E l'elenco potrebbe continuare.

Le chiavi a "San Pietro"

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L'unico che a Udine non ha avuto bisogno dei suoi consigli è stato Terracciano. La prestazione di San Pietro – come lo chiama Commisso - ci ha ricordato il capolavoro allo scadere di Enschede nel play off dello scorso anno, che tenne i viola dentro la Conference. Complice anche il patatrac di Gollini a Istanbul, da lì in poi l'allenatore – che anche allora aveva cominciato con l'alternanza tra i pali – fece una scelta definitiva. Terracciano titolare, l'altro riserva. Era andata così anche quando il numero uno viola doveva essere Dragowski. Pagato 6 milioni dal club, Christensen non deve essere accantonato: ha potenzialità e grandi doti fisiche ma in questo momento Terracciano è più affidabile. Le 3-4 super-parate di domenica lo testimoniano, anche se lui in sala stampa ha voluto sminuire le sue prodezze. L'umiltà è un'altra delle grandi qualità di Terracciano: magari la sta trasmettendo anche alla Fiorentina, che ora bada molto più al sodo.

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