Si chiude con un’archiviazione il procedimento penale nei confronti di una trentina di tifosi della Fiorentina, denunciati per istigazione all’odio razziale dopo i cori rivolti all’attaccante della Juventus Dusan Vlahovic durante la partita del 29 dicembre 2024 allo Stadium di Torino.

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Caso Vlahovic, archiviati i 30 tifosi della Fiorentina accusati di cori razzisti
La procura, che inizialmente aveva chiesto un decreto penale di condanna, ha poi mutato posizione, ritenendo che “l’intonare un coro discriminatorio non integra gli estremi del reato”. Il gup del Tribunale di Torino ha condiviso la richiesta, ponendo così fine al caso.
Restano però in vigore i daspo di un anno già emessi nei confronti dei tifosi, che potranno comunque essere impugnati in sede amministrativa, anche alla luce di questa decisione.
Soddisfatti i legali Fabio Generini e Francesco Stefani, difensori di due degli ultrà coinvolti:"È una decisione giusta - spiegano - perché il coro era stato contestato sulla base di un video di appena 10-15 secondi e di soli labiali, elementi non sufficienti a sostenere un’accusa di istigazione all’odio per motivi razziali o religiosi".
Durante la partita, Vlahovic, serbo, aveva segnalato all’arbitro i cori offensivi provenienti dal settore viola, provocando una breve sospensione del match. La giustizia sportiva sanzionò la Fiorentina, mentre la Digos di Torino avviò un’indagine analizzando i filmati per identificare i responsabili.
Alla fine, il gup ha stabilito che, sebbene le parole pronunciate fossero “censurabili”, nel contesto dello stadio non si può parlare di istigazione all’odio.
Caso chiuso, dunque, come scrive La Nazione, ma la vicenda riaccende il dibattito su limiti e responsabilità dei cori da stadio, tra libertà d’espressione e discriminazione.
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