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Un’altra stagione da lacrime e sangue

Le parole di Delio Rossi dopo Lecce-Fiorentina risuonano attuali: la squadra non gira, il rischio Serie B si fa più concreto

Pier F. Montalbano

“Dobbiamo rimboccarci le maniche perché sarà un campionato lacrime e sangue”. Parole e musica di Delio Rossi, che oggi più che mai risuonano d’attualità dopo l’ennesima prestazione sciagurata della Fiorentina in questo campionato. Con due distinguo: il 15 gennaio 2012, quando il tecnico divenuto celebre per la scazzottata con Ljajic lanciò quel grido d’allarme dopo la sconfitta interna con il Lecce, erano già trascorse diciotto giornate di campionato (oggi siamo ‘solo’ all’undicesima…) e i punti in classifica erano ventuno, con la Fiorentina tredicesima a +6 dalla zona retrocessione. Numeri che, paragonati alla situazione attuale, sembrano aria fresca di montagna. Invece la Fiorentina continua a boccheggiare a +3 dalla zona rossa, non segna praticamente mai ed è costantemente salvata dai passi falsi e dalle sconfitte di chi sta dietro; e meno male che lunedì scorso Milenkovic ha salvato con il Genoa un risultato che sembrava ormai compromesso.

Ma se la sconfitta di Bergamo era in un certo senso preventivabile, è la portata del k.o. a preoccupare maggiormente: la squadra sembra - da ormai troppo tempo - svuotata, svagata, a corto di fiato, senza idee e fragile mentalmente. E l’arrivo di Cesare Prandelli sulla panchina non ha dato la scossa sperata dopo mesi di non calcio con Beppe Iachini. Una situazione drammatica, che rischia di precipitare nel giro di sette giorni: Sassuolo, Verona e Juventus saranno le tappe di avvicinamento alla sentenza d’appello di fine anno, prima di scartare i regali di Natale e dare appuntamento al 2021. Tre gare molto, molto complesse. Due contro avversari che giocano un calcio diverso tra loro ma ugualmente identitario, guidate da allenatori in rampa di lancio come De Zerbi e Juric da una parte, una corazzata rinnovata che a suon di rigori di Ronaldo sta pian piano ritrovando punti e classifica dall'altra.

Quasi nove anni dopo le parole di Delio Rossi il rischio di un'altra stagione di lacrime e sangue è sempre più concreto. Ma se le cose non prenderanno un'altra piega da qui al termine del 2020, evitare di retrocedere sarà il mantra della stagione viola. Rispetto a otto anni fa però, le qualità individuali di questa rosa non possono essere paragonate a quella dei vari Munari, Olivera, Cassani, Lazzari, Kharja, Amauri. Soltanto a nominarli vengono ancora i brividi, ma in questa Fiorentina uno Jovetic capace di segnare 14 reti e traghettare la squadra in salvo al momento non c'è.