Se non il punto più basso, uno dei più drammatici (da un punto di vista sportivo) vissuti negli ultimi anni. Esattamente un anno fa la Fiorentina, grazie all'uno a uno siglato da Milenkovic, riacciuffava al 98° il modesto Genoa guidato da Maran al culmine di una gara terrificante, sia per il gioco espresso dalle due compagini che per la posta in palio, il primo posto fuori dalla zona retrocessione. Una potenziale mazzata psicologica che probabilmente avrebbe pesato non poco nella testa di una squadra in piena crisi d'identità e già scossa dall'avvicendamento Iachini-Prandelli in panchina. Sembra passata una vita e invece basta riavvolgere il nastro di 365 giorni per accorgersi di quanto velocemente siano cambiate le cose. La Fiorentina - come vi abbiamo scritto stamattina - è tornata a fare calcio, unica cosa che fa davvero la differenza. Almeno in Italia.
Rinascimento viola
Un anno fa il dramma (sportivo) sfiorato: il mondo viola capovolto in 365 giorni
Sembra passata una vita e invece basta riavvolgere il nastro di 365 giorni per accorgersi di quanto velocemente siano cambiate le cose
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Della formazione viola scesa in campo dall'inizio un anno fa contro il Genoa sono rimasti 8 interpreti su 11, anche se va detto che tra di loro soltanto 3 possono considerarsi titolari inamovibile nella Fiorentina di oggi: Milenkovic, Biraghi e Vlahovic. Volendo possiamo aggiungere un quarto, Callejon, che finora ne ha giocate molte, ma a prescindere dai nomi in campo a rappresentare al meglio la vera svolta in casa viola sono quel signore dall'accento siciliano che siede in panchina e un mercato finalmente in linea con le ambizioni di piazza e proprietà. Scelte, prima ancora che azzeccate, funzionali all'idea di gioco promossa da Italiano, tecnico competente, carismatico e soprattutto sostenuto all'unisono, senza se e senza ma, da proprietà e dirigenza. Anche per questo la Fiorentina impaurita di un anno fa è solo un lontano ricordo.
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