Dopo il nuovo filone sulle scommesse illegali che ha scosso il mondo del calcio, e che vede coinvolti anche i viola Fagioli e Zaniolo, La Nazione ha parlato con Paolo Jarre, terapeuta proprio di Nicolò Fagioli e tra i massimi esperti in Italia sulle tematiche legate al gioco d'azzardo patologico. "I maschi tra i 18 e i 25 anni rappresentano la fascia più a rischio per gioco d'azzardo e scommesse sportive. I fattori sono poca cultura, tanti soldi, tanto tempo libero e la mancanza di interessi diversi dal calcio". Come ha detto proprio Fagioli nel suo percorso di riabilitazione, il fattore "noia" è molto importante, come spiega il dott. Jarre. Soprattutto, sottolinea, si può cadere in certe tentazioni quando soldi e successo arrivano molto presto e le scommesse innescano dopamina e un'altalena emotiva data dall'incertezza del risultato.

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Terapeuta Fagioli: “Scommesse, rischio ricaduta c’è sempre. Noia e soldi un fattore”
"Non c'è nessuna giocata d'azzardo che vale un gol in Serie A", dice Jarre raccogliendo la testimonianza di Fagioli. "Però il gol dura poco, il gioco d'azzardo lo puoi fare 24 ore su 24. E vivere in un ambiente ipocrita, pervaso dalla cultura dell'azzardo in cui si parla di quote con a bordo campo le pubblicità non aiuta". Nel percorso di recupero si parla di rischio depressione, di gestione del denaro, di ricucire relazioni sociali e familiari, di approccio cognitivo alle probabilità di vincita. E sempre su Fagioli, che lo scorso anno dichiarò "non posso dire di esserne uscito" avverte: "La vulnerabilità rimane, il rischio ricaduta c'è sempre. Il cervello conserva la memoria e basta poco per riaccendere la dipendenza".
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