Pepito ha parlato anche degli infortuni, sottolineando la difficoltà nell'immaginarsi di nuovo ad alti livelli. Il problema per lui è stata la mentalità, che lo spingeva a riprovarci sempre, cercando di non fare mai la vittima. Dopo gli anni al Villarreal è arrivata Firenze, ormai una sua seconda casa. Non può mancare un ricordo del 4-2 alla Juventus:
"La sensazione di essere dentro a una pagina di storia. Mi ricordo bene tutto, soprattutto le facce dei tifosi, piangevano tutti. Sono tornato in campo dopo due ore di festeggiamenti e lo stadio era ancora pieno. Poi da quel giorno ho mangiato gratis per due-tre settimane. Mi rimane una bellissima storia da raccontare"
Poi è arrivato il Livorno: "Sì, incredibile. Purtroppo quello è stato il mio destino. Toccare il cielo con un dito, con quella prestazione contro la Juve, e poi…". Con Rinaudo non c'è rancore, Pepito spiega come il fallo del difensore facesse parte del gioco. I due ne hanno anche parlato nella gara di ritorno.
C'è spazio ovviamente per la Fiorentina di quel periodo, una squadra che giocava a memoria, con il rimpianto del quarto posto che non valeva la Champions. In quel periodo c'erano dei veri amici come Gonzalo Rodriguez e Borja Valero: "C'era una chimica incredibile, i loro passaggi erano perfetti per uno come me, fortissimi e sui piedi. Con due così diventava tutto più facile"
Secondo Rossi la Fiorentina di oggi può puntare all'Europa League. Mentre con Kean sarebbe stata una grande coppia, secondo l'ex attaccante, i due avrebbero avuto delle caratteristiche complementare. Il finale è per una sfida che avrebbe vouto rigiocare: "Sì, la finale di Coppa Italia del 2014. Fiorentina-Napoli, abbiamo perso 3-1, io avevo appena recuperato e non ero al 100"
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