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Corriere Fiorentino

“Riportare la bellezza a Firenze”: l’obiettivo di Pradè in 10 anni di luci e ombre

Commisso Ferrari Pradè
I 10 anni di Daniele Pradè alla Fiorentina
Redazione VN

«Riportare la bellezza a Firenze». Con questo obiettivo Daniele Pradè si presentò nel 2012 alla Fiorentina, in un momento di profonda crisi dopo l’era Prandelli. I viola erano reduci da anni difficili, tra cambi di allenatori e una salvezza sofferta. L’arrivo del dirigente romano segnò la rinascita: insieme a Eduardo Macia costruì una squadra spettacolare, affidando la panchina a Vincenzo Montella invece che a Claudio Ranieri. Nacque così una delle Fiorentine più belle degli ultimi decenni, con campioni come Borja Valero, Pizarro, Aquilani, Cuadrado e Rossi. Le ambizioni però si infransero tra infortuni e sconfitte amare, come la finale di Coppa Italia persa col Napoli.

Dopo Montella, Pradè puntò su Paulo Sousa, protagonista di una straordinaria partenza nel 2015-16 con la Fiorentina in vetta alla Serie A. Tuttavia, il mercato di gennaio deluse le aspettative e segnò la fine di quell’esperienza. Seguirono brevi parentesi alla Sampdoria e all’Udinese, prima del ritorno a Firenze nel 2019, voluto da Rocco Commisso (pare su suggerimento di Matteo Renzi). Il nuovo corso, però, è stato molto diverso dal primo: Pradè ha accettato un ruolo più defilato, spesso dietro le quinte e all’ombra di Joe Barone, ma restando il principale volto pubblico nei momenti difficili.

Nonostante tutto, le sue intuizioni non sono mancate, come la scelta di Vincenzo Italiano dopo il mancato arrivo di Gattuso. Il rapporto tra i due, tuttavia, si è incrinato nel tempo, fino agli scontri verbali dopo le finali perse. Negli ultimi mesi, Pradè era tornato a essere il principale responsabile del mercato, costruendo una squadra che aveva riportato la Fiorentina ai vertici solo per poi scivolare in crisi. I 92 milioni spesi in estate, e i risultati deludenti con la squadra in zona retrocessione, hanno infine segnato la fine del suo lungo percorso viola, chiuso tra contestazioni e rimpianti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.