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Repubblica: Richardson, che sorpresa! 4-2-3-1 l’elettroshock che serviva

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Volti nuovi, tattica nuova e... risultato diverso? Cosa è scattato nella Fiorentina con il passaggio al 4-2-3-1?
Redazione VN

La vittoria per 2-1 sulla Dinamo Kiev viene raccontata da La Repubblica come un sollievo parziale, «un paracetamolo che allevia l’influenza ma non cancella la malattia». La Fiorentina si rilancia così in Conference League, arrivando al delicato match di domenica contro il Verona con un minimo di serenità ritrovata, pur restando dentro ai suoi problemi. Ma almeno per una sera i viola hanno mostrato determinazione, coraggio e un’identità più chiara.

Il successo mette in discesa il cammino europeo: con un’eventuale vittoria a Losanna, la squadra di Vanoli potrebbe staccare il pass per gli ottavi diretti. Con i 9 punti raccolti in cinque partite, in ogni caso, i playoff di febbraio sono già garantiti.

Vanoli sorprende: modulo nuovo e scelte coraggiose

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Il quotidiano premia l’intraprendenza dell’allenatore, che per la prima volta ha varato il 4-2-3-1, scelta decisiva per ribaltare l’inerzia del match dopo il pareggio ucraino. Una mossa definita «non la panacea di tutti i mali, ma un elettroshock positivo», possibile base tattica anche per la risalita in campionato.

In un Franchi semideserto da circa ottomila spettatori immersi nella nebbia, Vanoli conferma diversi titolari: De Gea, Dodo, Kean e soprattutto l’esordio dal primo minuto di Richardson in mezzo al campo. Il primo tempo vede una Dinamo con il pallino del gioco (oltre il 60% di possesso), ma le occasioni migliori sono tutte viola. Il giornale sottolinea la ritrovata qualità delle ripartenze e la buona prestazione di Nicolussi Caviglia, meno scolastico nella gestione del pallone.

Il vantaggio arriva proprio da una delle tre grandi chance create: cross di Dodo, colpo di testa vincente di Kean, finalmente libero di colpire. Un gol che scioglie un po’ di tensioni e apre spazio a manovre più fluide e verticali.

Paure che tornano, ma i cambi di Vanoli segnano la svolta

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Nella ripresa però, «tornano le paure e i fantasmi di inizio stagione». Mykhailenko pareggia con un destro da fuori e la Fiorentina accusa il colpo, anche se senza sbandare del tutto. Vanoli interviene dalla panchina e le sue scelte vengono definite “coraggiose e decisive”: dentro Gudmundsson e Kouamé, passaggio al 4-2-3-1 stabile, maggiore spinta sugli esterni e un Richardson sempre più leader del gioco.

C’è anche un clamoroso errore sotto porta di Kean, ma poco dopo la zampata della vittoria arriva: colpo di testa dello stesso Kean, respinta di Neshcheret e tap-in di Gudmundsson.

Il finale è di sofferenza ma ordinato, con la Dinamo pericolosa solo all’ultimo minuto. Kean sfiora il 3-1 prima dell’urlo liberatorio, degli abbracci in campo e della festa sotto la Curva Fiesole. I giornali ricordano come questa fosse la prima vittoria dopo nove partite, l’ultima risalente al successo di Vienna di fine ottobre.

La cura non è completa: ora la risposta deve arrivare in Serie A

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«Per adesso basta così»: una vittoria utile a far respirare l’ambiente e a tenere viva la Conference nel centenario, ma non sufficiente a dichiarare superati i problemi. La guarigione definitiva dovrà passare dal campionato, con un ciclo fondamentale: Verona, Udinese, Parma, Cremonese e Lazio.