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GERMOGLI PH: 2 NOVEMBRE 2025 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI CAMPIONATO SERIE A FIORENTINA VS LECCE NELLA FOTO PIOLI
Alberto Polverosi si sofferma sulla situazione di Stefano Pioli. Sulle pagine del Corriere dello Sport viene analizzato l'addio burrascoso del tecnico:
Pioli non si dimette e anche la fine della sua nuova storia fiorentina lascerà qualche strascico. E’ stato un ritorno strano, a cominciare dalla battuta sulla “dimenticanza” di Allegri che non aveva inserito la Fiorentina nella corsa alla Champions. «Ho appeso il giornale negli spogliatoi». Una frase così non era da Pioli, almeno il Pioli dello scudetto col Milan. Ecco, una chiave può essere proprio questa: in quell’anno aveva due dirigenti come Maldini e Massara che, se per caso c’era qualcosa da correggere, intervenivano. Quando il Milan gli ha offerto, e lui ha accettato, la conferma nonostante l’addio dei due, non è andata così bene. Forse gli è mancato questo, un contraddittorio con i dirigenti della Fiorentina. Dopo l’Arabia ha pensato che Firenze fosse la soluzione ideale: amici, ottima stampa (era un bonus guadagnato per quello che aveva fatto la volta precedente), bella squadra, un centro sportivo spaziale, insomma era dentro la sua zona più confortevole. Anche se può sembrare un paradosso, forse gli è mancata un po’ di pressione. In più c’è stato il problema dello staff, cambiato tre volte in un anno o poco più. Aveva rotto il rapporto con Murelli, suo storico vice, si era affidato a Luciano Vulcano che poi lo ha lasciato per andare in Inghilterra e alla fine ha individuato in Tarozzi, ex terzino della Fiorentina, il suo nuovo vice. Troppi cambiamenti in poco tempo.
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