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Polverosi: “Italiano? Non c’è paragone con la Fiorentina avuta da lui”

Polverosi
Vincenzo Italiano e la Fiorentina, una storia durata 3 anni. Polverosi confronta la sua viola con quella di Palladino per analizzarne le differenze
Redazione VN

Alberto Polverosi sulle pagine del Corriere Dello Sport analizza così la sfida di oggi. Una gara che vede il presente della Fiorentina contro il suo recente passanto, Vincenzo Italiano:

" Meglio Vincenzo Italiano o Raffaele Palladino? Posta così la domanda ha poco senso sul piano tecnico anche se, alla vigilia di Bologna-Fiorentina, di sicuro infiamma il dibattito fra i tifosi di qua e di là dall’Appennino. Per fissare una differenza conviene partire con un confronto fra le uova per fare l’omelette (il copyright è di Paulo Sousa) consegnate a Vincenzo Italiano nel campionato scorso e quelle affidate a Raffaele Palladino nel campionato attuale"


Le differenze

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"Cominciamo dai portieri: meglio Terracciano o De Gea? Meglio De Gea, e se diciamo, convinti, che Terracciano un anno fa sia stato il miglior giocatore della Fiorentina come continuità di rendimento già possiamo iniziare a capire la distanza fra le due squadre. Meglio Biraghi o Gosens? Preferenza netta per il tedesco e non per la baruffa creata in questi giorni da chi rappresenta l’ex capitano della Fiorentina, ma esclusivamente per una ragione tecnica. Meglio Duncan o Bove? Vince l’ex romanista che per ora purtroppo deve stare fuori. Meglio Arthur/Maxime Lopez o Cataldi/Adli? Per quanto visto finora, l’ex milanista e l’ex laziale convincono molto di più: Adli verticalizza, Arthur orizzontalizzava... Meglio Barak/Bonaventura o Gudmundsson? Preferenza ovvia per l’islandese, anche se per infortuni vari ha giocato poco (ma ha già segnato 4 gol compresa la Coppa). Meglio Nzola o Kean? Qui nemmeno si discute. Meglio Ikoné (spesso titolare un anno fa) o Colpani? Mmmm, finora match pari, anzi, nullo.

Tutto questo questo per stabilire che non c’è paragone fra la Fiorentina di oggi e quella di ieri. Palladino sta facendo un ottimo lavoro, sul piano tecnico (ha puntato decisamente su Comuzzo, ha ricostruito Sottil e inventato Gosens terzino sinistro), sul piano tattico (con umiltà, ha ascoltato spogliatoio e Pradé e ha cambiato modulo dopo i primi intoppi) e sul piano della mentalità. E’ una Fiorentina bella a tratti, ma solida, concreta e compatta sempre. 

Italiano ha avuto meno dalla società viola rispetto a Palladino. Basta ricordare quanto è successo nel gennaio scorso, quando la Fiorentina era quarta in classifica, in piena corsa per la Champions, e sul mercato d’inverno il club non è intervenuto per acquistare il centravanti di cui c’era estrema necessità visto il fallimento di Nzola. Vincenzo ha portato questa squadra a sei semifinali e a tre finali fra Coppa Italia e Conference League. Per i tifosi contano le vittorie, ed è giusto che sia così dal loro osservatorio, per noi conta il percorso e quello dell’ex allenatore viola è stato più che positivo. Non ha vinto nessuna di quelle tre finali, ma è arrivato lassù dopo aver ereditato una squadra sgomenta e tredicesima in classifica. 

I due vedono un calcio diverso. Italiano ha un’identità precisa, la difesa alta, il pressing alto, il rischio dell’imbucata alto, tutto alto, anche se a Bologna qualcosa ha modificato, curando di più la fase difensiva. Al Dall’Ara non vedono tutti quei contropiedi che si vedevano al Franchi, ne vedono di meno. L’identità che ha trasmesso Palladino alla Fiorentina è quella di avere più di un’identità, di saper interpretare in modi diversi (ed efficaci) le differenti fasi della partita. Può brillare in attacco, ma se c’è da difendere il risultato, lo fa abbassando la linea difensiva.

Noi abbiamo cercato di raccontare le distanze che separano i due allenatori, ma l’unica differenza che conta davvero è data dalla classifica, la Fiorentina di Palladino ha 8 punti in più dell’ultima Fiorentina di Italiano, ma soprattutto oggi ha 9 punti in più del Bologna e questo è il distacco che a Italiano piace meno"

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