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Polverosi duro: “Società debole, ci vogliono altri dirigenti. Franchi? Fa schifo”

Pioli Pradé
Il commento di Alberto Polverosi
Redazione VN

Alberto Polverosi, sulle pagine del Corriere dello Sport, usa termini duri per giudicare la Fiorentina, la società ma anche lo stadio Franchi. Ecco le sue parole:

FRANCHI

Ultimo posto dopo sette giornate nella stagione del centenario, questa è la prima ragione che fa paura. Cento anni da festeggiare nel prossimo agosto, ma come? In quali condizioni? Con quale stato d'animo? E soprattutto, in quale categoria? Di sicuro la Fiorentina lo festeggerà in uno stadio che fa schifo. Termine troppo forte? No, parola adeguata a quanto sta accadendo al Franchi dove i lavori sono iniziati da tempo e vanno avanti senza un cronoprogramma, senza certezze. La Sovrintendenza alle Belle Arti aveva dichiarato che, essendo il Franchi un monumento nazionale, non poteva essere ricostruito da cima a fondo. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano oggi, di fronte alle macerie della storica curva Fiesole, a quelle orribili e da tempo immobili palizzate dietro la porta, gli stessi che hanno bocciato il rifacimento proposto da Commisso per scegliere il progetto finanziato dal PNRR. Fra l'altro, manca ancora il finanziamento per l'intera copertura dello stadio. Chi entra per tifare i viola si trova seduto fra le braccia di un mostro.

FIORENTINA

Già, i giocatori. Qui va fatto un discorso molto chiaro: si devono svegliare. Non ce n'è uno, dico uno, che abbia confermato il rendimento della scorsa stagione. Perfino De Gea non sembra più lo stesso, ai miracoli ora alterna errori come quello sul gol di Leao. Un anno fa, dopo sette giornate, Gudmundsson aveva segnato tre gol: domenica sera è andato in panchina perché finora nella Fiorentina (a differenza delle gare con l'Islanda) è stato un fantasma. Ma tutti, proprio tutti, si trovano inspiegabilmente in una difficoltà fisica, tecnica e psicologica.

COMMISSO

Da tempo sosteniamo che una società di calcio come la Fiorentina non si può gestire con due soli dirigenti, un direttore generale ex responsabile delle relazioni esterne e un direttore sportivo. Ci vogliono figure di altro tipo e di altro livello, gente di calcio che sappia come parlare a un allenatore, seppure esperto come Pioli. Ci vuole struttura e questo manca alla Fiorentina dalla scomparsa di Joe Barone. Il presidente non torna a Firenze dallo scorso aprile, tutti si augurano di rivederlo presto al Viola Park: dirigere una società di calcio da 9.000 chilometri di distanza è impossibile.