Alberto Polverosi, sulle pagine del Corriere dello Sport, si sofferma sulle prestazioni di Albert Gudmundsson. Ecco le sue parole sul 10 viola:

Corriere dello Sport
Polverosi a Gudmundsson: “Caro Albert, c’è bisogno di dare e fare qualcosa di più”
M ontuori, De Sisti, Antognoni, Baggio, Rui Costa, Mutu e Gudmundsson. Cos’hanno in comune un argentino, tre italiani, un portoghese, un rumeno e un islandese? Facile, la maglia viola. Sì, ma quale? Quella più affascinante, quella che dietro porta il numero 10. E allora, caro Albert Gudmundsson da Reykjavík, per arrivare al livello di tutti gli altri c’è bisogno di dare e fare qualcosa di più. Nell’estate scorsa, quando la Fiorentina lo ha acquistato dal Genoa, tutti, noi compresi, lo hanno celebrato come un colpo notevole, un grande acquisto proprio nel solco della tradizione dei 10 viola. Gudmundsson è arrivato al Viola Park con un infortunio, poi ce ne sono stati altri e in mezzo anche la vicenda giudiziaria con l’attesa sentenza del tribunale islandese. Alla fine 8 gol e 2 assist. Però come rendimento in generale, come qualità mostrata in campo, come capacità di determinare non ha sfiorato nemmeno i livelli della stagione precedente nel Genoa. Quest’anno sembrava partito meglio, con il gol del 3-0 a Presov contro il Polissya. Pioli gli ha dato subito fiducia piena e lo ha messo al centro del suo gioco, ma dopo quella rete nelle tre partite successive (Cagliari, il secondo tempo del ritorno col Polyssia e Torino), l’islandese si è di nuovo fermato.
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