Un’altra giornata di ostacoli superati, un’altra giornata di pazienza e speranza verso la fumata bianca. Così scrive Repubblica Firenze a proposito di Stefano Pioli, rovesciando il celebre motto dei bravi a don Abbondio nei Promessi Sposi di Manzoni, «il matrimonio tra la Fiorentina e Pioli s’ha da fare». Non proprio adesso, ma a luglio. Ieri la trattativa per il ritorno di Pioli sulla panchina viola ha vissuto un’ulteriore puntata, sull’asse Roma-Firenze-Arabia. Il no di Claudio Ranierialla Figc lo aveva fatto tornare in lizza per la panchina della Nazionale. Ben presto, però, quello che poteva essere un incendio sportivo in un'estate bollente in casa Fiorentina — con una caccia all’allenatore che doveva ripartire da zero — si è raffreddato. La Figc ha preso atto delle trattative tra Pioli e i viola e delle complicazioni nell’impostare un’interlocuzione nel breve periodo con l’Arabia. Le stesse che stanno incontrando Ferrari e Pradé e che hanno convinto la federazione a desistere.


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Pioli-Viola, “il matrimonio s’ha da fare”: c’è il sì, ma cosa manca?
Pioli resta comunque più vicino alla Fiorentina che all’Italia, con gli azzurri che potrebbero ripartire da un ex campione del mondo del 2006, Gattuso, De Rossi o Cannavaro, in rigoroso ordine di preferenza, o dal suggestivo, ma complicato ritorno di Mancini. Il martedì azzurro è stato vissuto intensamente in casa Fiorentina. La dirigenza ha osservato tutto con calma, professandosi serena. Da una parte la consapevolezza di aver incassato già da qualche giorno il sì di Pioli con la fiducia nella parola data. Dall’altra il realismo nel comprendere che una chiamata vera e seria dalla Nazionale era difficile da rifiutare. Le parti sono sempre rimaste in contatto e da oggi riprenderanno ancora con più forza i colloqui per arrivare alla quadra definitiva, senza però forzare.
I nodi da sciogliere
Da un punto di vista fiscale i problemi potrebbero essere risolti con un annuncio e un arrivo di Pioli a luglio, l’accordo sul contratto triennale a tre milioni è stato trovato da tempo. Per non compromettere tutto, soprattutto nei rapporti con l’Al- Nassr, che potrebbe irrigidirsi, usare il pugno duro e non liberare il tecnico, servirà usare la massima diplomazia. In caso di complicanze inaspettate la Fiorentina tiene comunque aperto un piano B che risponde al nome di Francesco Farioli. Toscano di Barga, cresciuto a Firenze, si è dimesso dall’Ajax nelle scorse settimane, dopo aver allenato anche il Nizza. A Pradé piace per età e idee.
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