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Nazione: “12 minuti, poi la Fiorentina evapora. Il gol subito non serve a nulla”

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Questa Fiorentina non ha identità
Redazione VN

La partita contro il Lecce ha messo ancora una volta in evidenza i limiti mentali e strutturali della Fiorentina. La squadra è apparsa concentrata solo per i primi dodici minuti, poi, alla prima difficoltà, si è sciolta, rivelando una fragilità psicologica ormai cronica. Non si tratta di una questione fisica, ma di un blocco mentale profondo che ne condiziona ogni prestazione. Stefano Pioli ha provato a cambiare, varando una “linea verde” con diversi volti nuovi, ma le sue scelte hanno lasciato perplessi: la rivoluzione tattica non ha portato risultati e il campo ha subito smentito le buone intenzioni.

Nel nuovo assetto, Pioli ha mantenuto lo stesso modulo, ma modificato gran parte degli interpreti. A centrocampo, solo Dodo è rimasto come punto di riferimento, mentre Nicolussi Caviglia ha agito da regista basso con Fagioli mezz’ala e Ndour nel ruolo di “box to box”. Davanti, Dzeko e Kean hanno composto la coppia offensiva. Sulla carta, un mix di esperienza e gioventù per dare freschezza e ritmo; nella realtà, una squadra incapace di costruire gioco e di reagire al minimo intoppo.

Il gol subito da Berisha, nato da un pallone perso da Ndour, è stato il colpo che ha spento definitivamente i viola, incapaci di rialzarsi e di creare pericoli concreti. Dopo un buon inizio, la manovra si è dissolta tra errori, lanci lunghi e improvvisazioni, con appena due vere occasioni in tutta la gara. Ancora una volta, la Fiorentina si è rivelata una squadra senza identità, priva di fiducia e di organizzazione, sintomo di una crisi che parte dalla testa e si riflette su ogni scelta tattica. Lo scrive la Nazione.