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Il paradosso di Palladino: vicini alla stagione migliore senza Europa

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La prima stagione in viola di Raffaele Palladino è un sali e scendi continuo: tante le cose positive, ma presenti anche quelle negative
Redazione VN

La lunga stagione della Fiorentina sta per volgere al termine. Domenica sera l’ultimo atto a Udine: ancora una minima speranza di poter accedere alla prossima Conference League, anche se l’unica combinazione (vittoria viola e sconfitta Lazio all’Olimpico) non lascia spazio ad altre interpretazioni. Come scrive La Repubblica, con un paradosso che riguarda in prima persona Raffaele Palladino: in caso di successo, infatti, la sua squadra chiuderebbe a quota 65 punti in classifica. Ovvero il miglior risultato degli ultimi dieci anni, considerando in assoluto i punti conquistati sul campo. Eppure il peggiore nelle ultime quattro stagioni, ipotizzando che i viola così rimarrebbero fuori dall’Europa.

Tutto o niente: i record delle otto vittorie di fila, ma anche l’incapacità di battere le medio piccole, l’eliminazione in Coppa Italia e in Conference e le grandi emozioni negli scontri diretti con le vittorie contro Inter, Juventus, Milan, Atalanta, Roma, Lazio. Le premesse erano altre, così come l’obiettivo della società: alzare l’asticella, provare ad avanzare verso un’altra gradazione d’Europa. Un girone d’andata ai vertici, una seconda fase non in linea. La Curva Fiesole ha contestato un po’ tutti: dalla dirigenza al tecnico, passando ovviamente anche per i giocatori. “Ambizione” è la parola che più ricorre nella protesta degli ultras viola. E ambizione era il termine scelto dalla dirigenza al termine della scorsa stagione, dopo il triennio con Vincenzo Italiano e il comunicato da parte della Fiesole in cui si chiedeva di uscire dall’anonimato e di puntare in alto.


Dopo Udine, è inevitabile, le “analisi profonde” invocate dal direttore sportivo Daniele Pradè si faranno più concrete. La prima questione riguarderà proprio Palladino. Nonostante gli sia stato prolungato il contratto pochi giorni fa. Un’opzione che scadeva il 30 maggio e che il club ha reso pubblica in anticipo con l’intenzione di mandare un messaggio a Palladino e a tutto l’ambiente alla vigilia della semifinale di ritorno col Betis, sgonfiando i rumors che avrebbero voluto quella gara decisiva per le sorti del tecnico. Fatto sta che il malumore ha preso sempre più campo, complice anche la sconfitta di Venezia e più in generale la sensazione di non essere riusciti a centrare la qualificazione a un’Europa più nobile nonostante una rosa che pareva di livello.

Un’identità non sempre riconoscibile e un gioco non prettamente brillante hanno fatto il resto, con la parte più calda della tifoseria che al Franchi ha preso una posizione netta. Il coro «salta la panchina» è arrivato forte e chiaro alle orecchie dell’allenatore, al netto delle dichiarazioni a fine gara (LE SUE PAROLE).