Dopo Udine, è inevitabile, le “analisi profonde” invocate dal direttore sportivo Daniele Pradè si faranno più concrete. La prima questione riguarderà proprio Palladino. Nonostante gli sia stato prolungato il contratto pochi giorni fa. Un’opzione che scadeva il 30 maggio e che il club ha reso pubblica in anticipo con l’intenzione di mandare un messaggio a Palladino e a tutto l’ambiente alla vigilia della semifinale di ritorno col Betis, sgonfiando i rumors che avrebbero voluto quella gara decisiva per le sorti del tecnico. Fatto sta che il malumore ha preso sempre più campo, complice anche la sconfitta di Venezia e più in generale la sensazione di non essere riusciti a centrare la qualificazione a un’Europa più nobile nonostante una rosa che pareva di livello.
Un’identità non sempre riconoscibile e un gioco non prettamente brillante hanno fatto il resto, con la parte più calda della tifoseria che al Franchi ha preso una posizione netta. Il coro «salta la panchina» è arrivato forte e chiaro alle orecchie dell’allenatore, al netto delle dichiarazioni a fine gara (LE SUE PAROLE).
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