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I ricordi di Riganò: da Galli a Batistuta passando per Ciuffi e Mondonico

I ricordi di Riganò: da Galli a Batistuta passando per Ciuffi e Mondonico - immagine 1
Cristian Riganò per tutta Firenze "il bomber" ricorda l'arrivo a Firenze e la sua avventura in viola
Redazione VN

La Nazione questa mattina intervista Cristian Riganò 51 anni ormai cittadino di Firenze dove ha contribuito a riportare la Fiorentina nella massima serie e per tutti i tifosi viola rimarrà sempre "il bomber di Lipari". Riganò ricorda il primo contatto “Una telefonata in estate. “Pronto Christian, sono Giovanni Galli“. “Sì, vabbè ciao“, risposi io. Pensai a uno scherzo. Galli, campione d’Europa con il Milan, uno che aveva giocato con Maradona nel Napoli, che prende e chiama me... Mi chiese se fossi interessato a venire a Firenze. Non ci pensai un attimo. Nonostante tutti mi dicessero che ero pazzo”. E Firenze gli è rimasta nel cuore “Sto qua da 23 anni. Non mi sono mosso mai, abito dietro la curva Fiesole. È una città a misura d’uomo. Meravigliosa, piccola, vivace. Più di così...”.

E poi un ricordo che ci sta a cuore“Arrivai in ritiro il 31 agosto. C’era il mitico Mario Ciuffi che mi mise subito la sciarpa viola al collo e mi chiese: “Sei gobbo?“. “No“ risposi. E si cominciò. Debuttai col Castel di Sangro. Trentamila spettatori al Franchi. Io doppietta. Pazzesco”. E poi la richiesta di Batistuta "Mi disse “Bomber, mi raccomando“. Figuriamoci, lui che chiama me bomber...”.


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Appese le scarpette al chiodo si è rimesso a lavorare. Fa il muratore. “Io non ho mai smesso di lavorare. Il muratore lo facevo già a sedici anni, a undici invece aiutavo mio zio che aveva una pasticceria a Lipari. Era bellissima”. Ma c'è spazio per un allenatore che gli è rimasto nel cuore  “Il ’Mondo’... un uomo vero, anticonformista. Uno che prima della partita in pullman metteva ’Gli spari sopra’ di Vasco Rossi” e poi ancora “Ma dove lo ritrovi oggi un allenatore che quando vai in trasferta ad Avellino ti porta a visitare la reggia di Caserta, a Como ti offre lo spritz e il mercoledì nella lavanderia dello stadio invita tutti, magazziniere compreso, a far merenda con formaggio e salame...”. Infine ecco il giocatore a cui è rimasto più legato: “Andrea Ivan, un amico vero”.