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PARMA, ITALY - DECEMBER 27: Oliver Sorensen of Parma Calcio competes for the ball with Moise Kean of ACF Fiorentina during the Serie A match between Parma Calcio 1913 and ACF Fiorentina at Stadio Ennio Tardini on December 27, 2025 in Parma, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Vanoli ha confermato il 4-1-4-1 già visto contro l’Udinese, con Viti al posto dello squalificato Ranieri. Il modulo ha mostrato alcuni aspetti positivi, come un Fagioli più centrale, un Gudmundsson maggiormente coinvolto e un Parisi più dinamico, ma il suo impatto resta limitato. È una soluzione che migliora la circolazione e rende la squadra un po’ più ordinata, senza però incidere sui problemi strutturali, legati soprattutto all’atteggiamento di giocatori visibilmente intimoriti dalla situazione.
All’interno di questa struttura si è visto qualcosa in più sul piano delle distanze, dei raddoppi e delle connessioni, ma le disattenzioni e gli errori individuali continuano a pesare in modo decisivo. Kean ha vissuto una giornata da dimenticare, sbagliando controlli, tiri e scelte, mentre l’errore sotto porta di Piccoli, al di là dello spavento finale senza conseguenze, è apparso figlio di scarsa fiducia e del timore di fallire nei momenti chiave.
Il Parma, al contrario, ha interpretato la gara con maggiore concretezza, affidandosi alla fisicità di Pellegrino e all’esperienza di Keita, per poi difendersi con ordine dopo il vantaggio. Decisivo anche Corvi, autore di un intervento importante su Comuzzo. La Fiorentina incassa così la decima sconfitta in Serie A e resta ultima in classifica: interrogarsi ancora sui motivi serve ormai a poco, l’unica urgenza è reagire prima che sia davvero troppo tardi. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
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