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GENOA, ITALY - NOVEMBER 09: Luca Ranieri of Fiorentina reacts during the Serie A match between Genoa CFC and ACF Fiorentina at Luigi Ferraris Stadium on November 09, 2025 in Genoa, Italy. (Photo by Simone Arveda/Getty Images)
Se nel calcio valesse la regola del “chi segna per primo vince”, la Fiorentina avrebbe ben dodici punti in più in classifica. Ma la realtà è un’altra, e Paolo Vanoli lo ha chiarito fin dal suo arrivo: serve imparare a leggere le diverse fasi di una partita. A Genova si è ripetuto il copione di troppe gare precedenti: prima lo svantaggio, poi la rimonta, infine il pareggio. In tutto, la squadra è rimasta avanti nel punteggio per appena tre minuti, quelli intercorsi tra il gol di Piccoli e il rigore di Colombo.
Il problema principale della Fiorentina è ormai cronico: la difficoltà nel gestire i momenti favorevoli. C’è chi la definisce “paura di vincere”, chi – come Pioli – parlava di scarsa percezione del pericolo, e chi – come Vanoli – la interpreta come incapacità di riconoscere i “momenti della gara”. In pratica, ogni volta che i viola vanno in vantaggio, finiscono per farsi rimontare. I numeri sono impietosi: tredici punti persi da situazioni di vantaggio nelle prime undici giornate, con appena due punti raccolti in cinque partite in cui Ranieri e compagni erano passati in testa.
Questo andamento non si limita al campionato, ma si è ripetuto anche in Conference League, come dimostrato dal ribaltone subito contro il Mainz. Una tendenza che nasce sia da un’evidente carenza fisica, sia da una fragilità mentale che la squadra non riesce a superare. Lo stesso Simon Sohm, dopo la sconfitta in Germania, ha ammesso il problema con sincerità: “Anche quando vinciamo 1-0, appena l’avversario fa pressione andiamo in difficoltà.” Parole che fotografano perfettamente la sfida che attende Vanoli: trasformare una squadra fragile e discontinua in un gruppo capace di resistere e chiudere le partite. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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