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FLORENCE, ITALY - OCTOBER 2: Albert Gudmundsson of ACF Fiorentina looks on during the UEFA Conference League 2025/26 League Phase MD1 match between ACF Fiorentina and SK Sigma Olomouc at Stadio Artemio Franchi on October 2, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Albert Gudmundsson ha ritrovato il gol e l’entusiasmo con la maglia dell’Islanda, firmando una doppietta contro l’Ucraina che, pur non bastando a evitare la sconfitta, ha riportato il suo nome sotto i riflettori. Due reti di grande qualità — una di testa in tuffo, l’altra di sinistro da vero attaccante d’area — che hanno acceso la speranza di un suo rilancio anche nella Fiorentina, dove finora ha deluso le attese. La prestazione è stata una ventata d’aria fresca per Pioli e per i tifosi viola, che attendono da tempo di vedere il talento islandese finalmente protagonista anche in maglia gigliata.
Sul piano tattico, la partita con la nazionale ha mostrato un Gudmundsson più libero e incisivo, schierato stabilmente nella trequarti avversaria e più presente in area di rigore. Questa posizione avanzata gli ha permesso di valorizzare la sua tecnica e il suo fiuto per il gol, caratteristiche che a Firenze si sono viste solo a tratti. L’attaccante classe ’97 non segnava dal 5 settembre con la nazionale e, con la Fiorentina, addirittura dal 16 marzo in Serie A. Il doppio sigillo con l’Islanda rappresenta dunque un’iniezione di fiducia fondamentale per un giocatore che deve tornare a essere un punto di riferimento offensivo per i viola.
In casa Fiorentina la reazione è stata di entusiasmo: al Viola Park si è accolto il ritorno al gol come un segnale di rinascita. L’investimento per Gudmundsson — circa 20 milioni di euro complessivi tra parte fissa e bonus — resta importante, ma l’idea di averlo finalmente ritrovato giustifica l’ottimismo. Ora tocca a lui confermare i progressi, a partire dalla prossima sfida contro il Milan, dove Pioli spera di poter contare su un giocatore rigenerato, capace di trasformare la fiducia ritrovata in concretezza e leadership sul campo. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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