Nella terza sconfitta consecutiva al Franchi, la Fiorentina trova un’unica nota positiva: il ritorno al gol di Moise Kean. L’attaccante, vice capocannoniere dello scorso campionato, ha interrotto un digiuno di 464 minuti segnando il suo primo gol stagionale contro una delle sue vittime preferite, la Roma, già colpita quattro volte in nove sfide. Il gol e il palo colpito testimoniano il risveglio di un giocatore che aveva faticato a ritrovare fiducia e incisività. Tuttavia, i numeri complessivi restano preoccupanti: in 540 minuti Kean ha centrato lo specchio solo due volte, un rendimento lontano dagli standard passati, e che riflette le difficoltà dell’intero reparto offensivo viola.

Corriere Fiorentino
CorFio si chiede: “Kean peggiora con Piccoli in campo. Un caso?”
Attorno a Kean, infatti, ruota un sistema ancora inefficace. Gudmundsson continua a deludere — nessun tiro tentato contro la Roma e appena uno in tutto il campionato — mentre l’ingresso di Piccoli nella ripresa ha cambiato la struttura offensiva senza però migliorarne la produttività. Nel primo tempo la Fiorentina aveva trovato spazio centralmente, costruendo quasi la metà delle azioni per vie interne, ma nella ripresa il gioco si è spostato sugli esterni, con meno penetrazione e più confusione. La maggiore densità offensiva portata da Piccoli (che ha comunque colpito una clamorosa traversa) ha finito per togliere libertà di movimento a Kean, che nel primo tempo aveva dominato gli spazi in profondità. Nemmeno l’ingresso di Dzeko nel finale ha cambiato l’inerzia della gara.
La fotografia statistica del momento viola è impietosa: solo 14 tiri in porta complessivi in sei giornate e appena quattro gol segnati, con una precisione nei passaggi offensivi del 59%, ben inferiore al 69% della Roma. Dati che spiegano gran parte della crisi della squadra di Pioli, ancora alla ricerca di identità e continuità. Lo stesso Kean, però, ha provato a guardare avanti: «Abbiamo avuto sfortuna, ma dobbiamo continuare a lavorare e restare uniti. Credo in questa squadra», ha dichiarato. Le sue parole riassumono il sentimento generale di un gruppo che, pur ferito e in difficoltà, vuole ancora credere nella risalita. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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