Contro il Napoli è emerso con forza il problema offensivo della Fiorentina, incarnato dalla solitudine di Moise Kean. Pioli ha provato a sostenerlo prima con Dzeko, poi con Piccoli, oltre a variare gli interpreti a centrocampo, ma il copione non è cambiato: l’attaccante viola è rimasto isolato e poco rifornito. Kean si è trovato a essere più il simbolo che la causa di una manovra ancora poco lineare, che solo negli ultimi minuti, dopo il gol di Ranieri, ha mostrato un minimo di incisività.

Corriere Fiorentino
CorFio: “La Fiorentina non tira mai in porta. E Moise Kean rimane sempre solo”
Il contrasto con i tre gol segnati in nazionale contro Estonia e Israele è stato evidente: in maglia viola l’ex Juventus non ha ancora trovato la scintilla. I continui cambi di compagni e soluzioni non hanno prodotto risultati e il dato è eloquente: nei primi tempi delle gare con Cagliari e Napoli, la Fiorentina non ha mai calciato in porta. L’attacco resta quindi sterile e dipende da un centrocampo troppo timido e poco verticale, incapace di valorizzare i movimenti di Kean e di offrirgli palloni giocabili.
Il primo vero tiro nello specchio contro il Napoli è arrivato soltanto al 78’, con la punizione di Mandragora che ha generato il gol di Ranieri. Un lampo che non basta a nascondere limiti di precisione e brillantezza negli ultimi metri. Per il futuro, sarà necessario coinvolgere Kean in maniera più costante e convinta, rendendolo il terminale di una manovra più coraggiosa e fluida: solo così la Fiorentina potrà dare sostanza alle sue ambizioni e trasformare la rabbia e la frustrazione del suo centravanti in gol pesanti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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