Non è più soltanto un’ipotesi teorica: la Fiorentina potrebbe davvero essere costretta a lasciare il Franchi per alcuni mesi durante la seconda fase dei lavori di ristrutturazione dello stadio. Nel cronoprogramma presentato dai progettisti, infatti, è previsto un possibile “trasloco” tra il 1° giugno e il 31 dicembre 2028, periodo durante il quale i viola non potrebbero disputare le proprie partite in casa per permettere alle ditte di lavorare senza vincoli. Sarebbero almeno quattro mesi di campionato da giocare altrove, scenario che riapre un tema già discusso anni fa, quando si era ipotizzato l’uso di impianti alternativi come Modena, Empoli o un temporaneo stadio al Padovani.

Corriere Fiorentino
CorFio: “Fiorentina lontana 6 mesi dal Franchi! L’ipotesi che spaventa Commisso”
La decisione iniziale di garantire la parziale fruizione del Franchi durante i lavori aveva consentito di evitare tensioni con Palazzo Vecchio, ma si sta rivelando complicata dal punto di vista operativo. Come ha ammesso Luca Buzzoni, direttore tecnico di Arup, la convivenza tra cantiere e partite ha spesso costretto a fermare i lavori nei giorni precedenti le gare, rallentando notevolmente il cronoprogramma. Ora, con la seconda fase dei lavori — che comprenderà la curva Ferrovia, il resto della Maratona e la Tribuna lato Ferrovia — le imprese rischiano di trovarsi in una situazione ancora più limitata.
Nonostante le rassicurazioni del Comune, che promette di studiare tutte le varianti possibili per evitare il trasferimento, restano forti dubbi sulla possibilità di concludere l’intero progetto entro il 2029. Dopo il primo lotto, che dovrebbe terminare nel 2027, restano interventi complessi come la riqualificazione della Tribuna centrale, gli skybox, gli spazi interrati e le nuove aree commerciali e museali. Tempi stretti e rischi elevati di ritardi o di tagli parziali al progetto fanno temere un nuovo “déjà vu”, mentre sullo sfondo si riaccendono le polemiche politiche in Consiglio comunale, con il centrodestra intenzionato a chiedere una commissione d’indagine sui lavori. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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