Dopo vari esperimenti, Raffaele Palladino ha trovato la quadra con il 3-5-2
La Fiorentina di Palladino ha chiuso il cerchio tornando al 3-5-2, il modulo con cui aveva iniziato la stagione, ma che inizialmente non si adattava ai giocatori a disposizione. Dopo una parentesi efficace con il 4-2-3-1 tra ottobre e dicembre, il mercato invernale ha imposto nuovi equilibri, rendendo necessario un altro cambio tattico. Con il ritorno definitivo al 3-5-2, la squadra ha trovato stabilità, anche se ha pagato con qualche punto perso in classifica prima di ingranare definitivamente.
Gli aggiustamenti hanno valorizzato diversi giocatori: Pongracic, inizialmente poco adatto alla difesa a tre, è diventato un pilastro, relegando in panchina Comuzzo. Pablo Marí ha portato esperienza e solidità, mentre il centrocampo a tre con Cataldi, Mandragora e Fagioli garantisce qualità e intensità. Gosens ha trovato la sua dimensione ideale, e in avanti Gudmundsson si è rivelato l’uomo perfetto per completare Kean. Senza più ali pure come Sottil e Ikoné, la Fiorentina ha costruito un attacco più funzionale al modulo e agli obiettivi stagionali.