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Corriere dello Sport

Albertosi: “De Gea e Kean fanno la differenza. Mi piace tanto Sottil”

De Gea
Le parole dell'ex portiere della Fiorentina Enrico Albertosi sui paragoni tra la sua rosa e quella attuale, allenata da Raffaele Palladino
Redazione VN

 L ’ultima volta che la Fiorentina fu capace di vincere otto partite di fila in campionatoera la stagione 1959-1960. In panchina Luis Antonio Carniglia e in campo Hamrin, Chiappella, Lojacono e Montuori. I ragazzi di Carniglia arrivarono secondi in classifica con quarantasette punti, otto in meno rispetto alla Juventus. Uno dei protagonisti di quella gloriosa annata fu Enrico Albertosi, arrivato dallo Spezia nella stagione precedente e promesso sposo di Firenze fino al 1968. Uno dei segreti di quella Fiorentina fu la capacità di subire meno gol di tutti (31 per la precisione). E ci riuscì anche grazie a un portiere come Albertosi, che, come scrive il Corriere dello Sport, proprio quell’anno si qualificò campione d’Europa con l’Italia e un biennio più tardi vicecampione del mondo. Tornando ai viola, Albertosi preferisce dribblare i paragoni con la squadra attuale, non vedendo un parallelo tra la sua Fiorentina e quella attuale, perché secondo lui i tempi sono cambiati. «Il calcio è completamente diverso. Ora ci sono tanti passaggi, soprattutto indietro. Troppa tattica». E inoltre non ci sono più quei giocatori che ti saltano l'uomo per creare superiorità numerica, anche se, per Albertosi, «la Fiorentina su questo può compensare con Sottil, che ha il dribbling facile». Secondo il portiere, l'esterno viola sa saltare bene l'uomo, rompendo le partite, convincendolo del fatto che possa essere un valore aggiunto di livello per la squadra di Palladino che, continuando, definisce come una squadra molto più concreta rispetto a quello di Italiano. «È una realtà che funziona molto bene». In questa stagione non era partita molto bene, però poi «cambiando il sistema di gioco si è ritrovata, iniziando a vincere. Cosa che continua a fare».

L'importanza di De Gea e Kean

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Proseguendo nella sua intervista, secondo Albertosi a fare la differenza quest'anno sono stati il centravanti e il portiere: «Tanto per cominciare lo spagnolo sta guidando una difesa che ha già grandi doti di base, valorizzando le qualità dei compagni di squadra. Riesce a sfruttare le caratteristiche dei difensori che ha davanti. Lì fa andare a destra e sinistra seguendo la traiettoria dell'avversario. Il che è un elemento fondamentale nella fase di copertura». Insieme a Carnesecchi dell'Atalanta, Albertosi considera De Gea uno dei migliori della Serie A. Inoltre, non si aspettava un inizio di stagione del genere di Moise Kean, «mi ha veramente lasciato senza parole. Ha grandissime doti, forza fisica. È incredibile. Quando la squadra va in profondità, regge bene il confronto con l'avversario e permette ai compagni di salire». Albertosi però non vuole mettere ulteriori pressioni, dicendo che questa Fiorentina non è ancora da scudetto. «Io credo che possa arrivare tra le prime quattro/cinque squadre della classifica. Quello direi di sì».

Kean
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