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Persi tra scadenze e mal di pancia, ma lo spirito di sacrificio? L’esempio dell’ex fattorino Messias

CROTONE, ITALY - JANUARY 17: Junior Messias of Crotone during the Serie A match between FC Crotone and Benevento Calcio at Stadio Comunale Ezio Scida on January 17, 2021 in Crotone, Italy. (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Prendetela come una provocazione, ma fino a un certo punto: la storia di Messias può rappresentare un esempio per chi sembra avere la testa altrove...

Alessio Crociani

Chiariamo subito. Con questo articolo non s'intende gonfiare le prestazioni di un buon giocatore di 30 anni che, probabilmente, non sarà mai un fenomeno. Junior Messias non è questo. Non è un grande giocatore e neanche la quintessenza dell'esaltazione mediatica. Ma la sua storia – questo sì – può essere comunque un piccolo, grande esempio di vita. Una favola a lieto fine, ma anche una bella lezione di dignità per chi ha perso il contatto con il mondo reale, perdendosi tra mal di pancia, contratti in scadenza e velleità di carriera. Se ve lo stesse domandando, ogni riferimento a calciatori viola in attività è puramente casuale.

A Junior Messias umiltà e impegno massimo non sono mai mancati. E al suo esordio in Serie A si è preso il Crotone sulle spalle, esattamente come faceva in passato con gli elettrodomestici. Arriva in Italia a 20 anni e dopo le prime difficoltà di ambientamento si divide tra il calcio e la sua attività principale: il fattorino. Consegna frigoriferi a domicilio senza battere ciglio. Sul campo, tra le serie minori, qualche gioia e tante delusioni, ma soprattutto c'è il bisogno di guardare in faccia la realtà e pensare alla famiglia. Nel 2017 sfuma il passaggio in B per questioni di passaporto, ma a 26 suonati Messias non demorde: riparte dalla D e due anni dopo arriva la chiamata giusta, quella del Crotone.

Qualcuno griderà al populismo, ma lo spirito di sacrificio di Messias, la sua passione e la dedizione alla causa, restano un esempio che tanti protagonisti del nostro calcio possono solamente guardare da lontano. Prendetela come una provocazione, ma fino a un certo punto. A tal proposito, ci e vi chiediamo come sia possibile addurre spiegazioni di tipo motivazionale quando si commenta le mancanze di professionisti lautamente (e puntualmente, come nel caso della Fiorentina) pagati. Perché al netto delle mancanze a livello societario, attenuante non trascurabile per un gruppo a fine corsa e con evidente lacune tecniche, appare evidente come la Fiorentina di oggi, almeno sulla carta, non sia inferiore a tante squadre che sono riuscita a metterla sotto. Cosa fa la differenza? L'organizzazione, una visione del futuro collettiva e coinvolgente, ma anche l'approccio di uno spogliatoio che sembra avere la testa altrove.

 (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
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