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Sandrelli sulla finale: “Aveva ragione Napoleone”

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Il commento di Massimo Sandrelli dopo la sconfitta partita ieri sera della Fiorentina in Conference league.
Redazione VN

di Massimo Sandrelli

Un bambino si è avvicinato e mi ha detto: io tiferò Fiorentina sempre e comunque. Ecco è stato il suggello migliore di una serata amara, dopo un’assolata giornata che, passeggiando per Firenze, sembrava un “sabato del villaggio”. Erano tutti là quegli occhi, pronti ad esultare, in una città bella, più del solito, mentre i turisti nel loro sciamare restavano come sospesi ai loro cellulari, intenti a fotografare il Duomo, il Campanile di Giotto o il Ponte Vecchio e il colore viola sullo sfondo.

Vincere è sempre difficile. Bisogna mettere la testa davanti nell’ultimo centimetro, bisogna trattenere il fiato fino all’esalazione di un traguardo, non si può girare la testa fino allo scoccare della fine. Soprattutto non bisogna sbagliare nulla. Il telecronista di Sky Massimo Marianella, ormai il vero cantore di Casa Commisso, ha definito il gioco del West Ham “vergognoso”. La vera vergogna sono stati quei cugini degli hooligan che hanno “vomitato” caraffe di plastica sul campo ferendo perfino il povero Biraghi. La sintesi del calcio, specie in una finale di coppa, è prendere un gol di meno o farne uno di più, il resto è fuffa.


Ecco questi due esercizi Vincenzo Italiano, che ha tanti meriti, non riesce a insegnarli, forse perchè gli appartengono poco. Lui è il sacerdote di un calcio ostinato, arrrembante, che non guarda alla proprie spalle. Al 90esimo dopo aver recuperato il rigore che Biraghi aveva causato con quella “rosa nel pugno”, c’era da stare a vedere che gli altri non ripartissero in contropiede, magari con un difesa meno alta e più accorta, magari recuperando un libero dal libro dei ricordi, magari piazzando una scarponata su qualche caviglia troppo intraprendente e invece quei quattro ragazzi in linea si sono fatti uccellare da un biondino della contea di Herefordshire. Italiano alla vigilia ha parlato spesso di cuore. In quegli attimi bisogna avere lo stomaco di sopportare gli avversari con la più profonda sofferenza. Gli avversari possono essere bravi o meno bravi, rappresentano le tue paure dalle quali non ci si può far sorprendere. E alla fine, l’acre sapore della sconfitta consuma cuore e orgoglio fino alle lacrime,

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Non è l’ora più buia, ma, oltre i suoi meriti, la Fiorentina di questa stagione è una squadra che fa gol a fatica e che subisce gol con troppe distrazioni. È il “peccato originale” di questa rosa. Vederli distesi e affranti sul prato dello stadio di Praga mi ha fatto male, ho capito che avevano smarrito tutta la fiducia in loro stessi. Passerà, le sconfitte passano, certo vanno digerite, bisogna rialzarsi e ricominciare. I “cantori” si davano un gran daffare per indorare la pillola: è stata comunque una stagione straordinaria…Un signore ha sintetizzato tutta la sua stizza con una battuta tipica nelle partite di briscola da bar delle nostre parti: è la corsa del Batistoni, venti carte e quattro mattoni, come dire tanta fatica ma “zero tituli”.

Credo che si debba tirare una riga e a mente fredda guardare in avanti. Vincere nel calcio è difficile. Bisogna vincere in campo e fuori, Bisogna conoscere per vincere e come recita lo slogan di Napoleone che campeggia sul centrale del Roland Garros, la vittoria appartiene ai più tenaci. Rispolverando un motto che in questa epoca va di moda: Boia chi molla….

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