Guardando al passato, Galli ha ricordato: "A dicembre scorso, la Fiorentina era stabilmente tra le prime in classifica. È da lì che bisogna ripartire". Su Italiano, invece, parole di stima: "Lo conosciamo bene. Nella finale contro il Milan aveva dentro mille motivi di rivalsa. A Bologna è stato molto bravo a raccogliere l’eredità e la pressione lasciata da Thiago Motta. Merita applausi".
Galli ha poi messo in discussione la narrazione del miglioramento basato solo sui numeri: "Non mi aspetto da Palladino, che è un allenatore ambizioso, che si accontenti di dire di aver fatto più punti della scorsa stagione. E non credo che i tifosi accetterebbero una simile impostazione".
Sul fronte mercato, Galli ha sottolineato l'importanza di partire dalle certezze: "Il rinnovo di Comuzzo è un segnale chiaro. Ora bisogna capire che tipo di dinamiche di mercato lo riguarderanno, ma è sicuramente un primo tassello. Si può ripartire trattando profili come De Gea, Dodò, Cataldi, Kean, Gudmundsson – anche se quest’ultimo con meno urgenza, secondo me".
Infine, una riflessione sulle ambizioni della squadra: "Non credo che progetti come quello dell’Atalanta siano inarrivabili. La Fiorentina ha dimostrato, soprattutto quest’anno, di potersi giocare certe posizioni di classifica. Non vedo perché non potrebbe competere con club come Inter, Napoli o Milan. E per quanto riguarda un’eventuale dimissione di Palladino? Non credo possa accadere. Nel calcio di oggi, non è qualcosa che fa parte della quotidianità".
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