La gestione di Gudmundsson nella gara contro il Parma non mi ha convinto. Palladino ha giustamente dichiarato: “Io sono l’allenatore e mi prendo le mie responsabilità”. Parole corrette, ma avrei evitato di toglierlo dal campo. Le sostituzioni programmate vanno bene fino a un certo punto. Ci sono allenatori, come Inzaghi, che tolgono un giocatore ammonito già nel primo tempo. Ma nel caso di Gudmundsson, il discorso è diverso. Temo che tra lui e Palladino non sia ancora scattata la scintilla. Ed è un peccato, perché su Kean e Gudmundsson si potrebbe costruire la Fiorentina del futuro. Se manca un certo tipo di intesa tra i due, allora la responsabilità ricade sull’allenatore.
Conference League o campionato? La risposta è: entrambe. Manca così poco alla fine della stagione che la Fiorentina non può permettersi passi falsi. Come ha detto Pongračić: “da qui in avanti, saranno tutte finali”. Se l’Europa dovesse sfumare, Palladino potrebbe provare a far leva sul numero di punti conquistati in campionato, magari superiore a quello ottenuto sotto la gestione Italiano. Ma non sarà sufficiente a giustificare una mancata qualificazione".
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