Soddisfatti, preoccupati... forse pure un po' arrabbiati. Il giorno dopo Fiorentina-Juventus è un frullato di emozioni e domande che non sai se bere tutto d'un fiato, senza pensarci troppo su, oppure mettere in frigo aspettando tempi migliori. Dipende dai punti di vista. Ad esempio: prevale il buon umore per il risultato e la prestazione, oppure la perplessità davanti a una classifica che vede i viola ancora impantanati a ridosso della zona retrocessione? Questione di prospettive - appunto - logica conseguenza di una squadra dalle mille sfaccettature. Quasi sempre opache (per non dire oscure), ma non sempre. Viene da chiedersi quale sia la discriminante, e soprattutto se sia il caso che questa debba esserci. Perché se da una parte è innegabile che i limiti ci siano, magari anche accentuati dai continui cambi tecnici e da una gestione societaria talvolta discutibile, dall'altra sorprende e non poco assistere a certi picchi di rendimento nel contesto di una stagione complessivamente da dimenticare.
L'analisi
Quasi sempre mr. Hyde, ieri dott. Jekyll: la metamorfosi viola fa riflettere
Amrabat, Pulgar, Milenkovic, ma anche lo stesso Ribery: ieri sono sembrati tutti trasformati rispetto alle loro versioni "depotenziate"
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La domanda sorge quasi spontanea: saremmo ancora a penare dietro le partite del Cagliari o del Benevento se la Fiorentina avesse messo in campo nella maggior parte delle gare la metà della voglia, della determinazione e della cattiveria viste contro la Juve? Amrabat, Pulgar, Milenkovic, ma anche lo stesso Ribery: tutti trasformati rispetto alle loro versioni "depotenziate" viste troppe volte da inizio stagione fino ad oggi. E non è la prima volta che accade, come certificano la gara d'andata allo Juventus Stadium e quelle di ritorno contro Spezia, Benevento e Verona, tutte affrontate con la paura oltre il livello di guardia. Il calcio è anche questione di stimoli, ma certe differenze, a questi livelli, fanno comunque riflettere. Adottiamo una frase molto in voga negli ultimi giorni sintetizzare a parole quel frullato di sentimenti e punti interrogativi accennato poco fa: salvate questa maglia, poi ognuno prenderà le sue decisioni. Fiorentina compresa.
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