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La riflessione

Quando impareremo?

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Prima Bernardeschi e Chiesa, poi Vlahovic: situazioni diverse ma stesso epilogo. Prevenire per evitare bagni di sangue (e di affetto)

Alessio Crociani

La domanda posta nel titolo sorge spontanea, o almeno dovrebbe. Non importa scomodare il passato più lontano per capire quanto sia breve la memoria di una piazza, quella viola, che sembra cadere ogni volta nel solito refrain. Giusto per citare gli ultimi casi, certamente diversi tra loro ma uniti dal solito epilogo: Chiesa non è come Bernardeschi, non punterà i piedi, Vlahovic non è come Chiesa, sarà un'altra storia. E poi? Avanti il prossimo, che immaginiamo non sarà come Vlahovic. Il feeling con l'ambiente sarà diverso, altra professionalità. Lotterà per la maglia e soprattutto, quando arriverà il momento di lasciarsi, lo farà garantendo alla Fiorentina le migliori condizioni possibili. Certo.

Tutte le volte qualcuno ci crede, lasciandosi trasportare da una passione tanto bella quanto a volte ingenua. Non si tratta di amare a metà, con il freno a mano tirato, ma di capire una sola semplice cosa: i giocatori (procuratori compresi), tranne rari casi, fanno esclusivamente il loro interesse. Purtroppo nel calcio del 2021 ha poso senso parlare di gratitudine e senso di appartenenza. C'è chi batte i piedi, chi li tira indietro, altri invece danno il meglio di loro fino all'ultimo. Sfumature da non sottovalutare, ma pur sempre sfumature che sfociano più o meno tutte verso una convenienza unilaterale. Piaccia o non piaccia, le cose stanno così. Senza andare dietro a dichiarazioni di circostanza, ma anche senza scomodare giudizi di natura morale - declinabili a seconda dei punti di vista - su cosa sia giusto o meno.

Prima ci entrerà in testa e prima riusciremo a rapportarci adeguatamente (sempre che lo si voglia fare) ad un calcio che giocoforza è assai diverso rispetto a decenni fa. E la società? Le strade da seguire per limitare al massimo casi simili sono due: o si fa una guerra vera, ferma e senza eccezioni affinché certe regole già in vigore vengano rispettate alla lettera (l'art. 95 bis delle NOIF che, sotto la rubrica "Disciplina della concorrenza", vieta espressamente contatti tra giocatori e altre società, anche tramite terzi, senza autorizzazione scritta del club titolare del contratto), oppure, adottando una strategia decisamente meno utopica, ci si adegua. Si agisce preventivamente, anche al costo di prendere decisioni impopolari su rinnovi apparentemente rischiosi (quindi prima di puntare forte sul giocatore) e cessioni eccellenti. Queste sono le carte in tavola, a voi la scelta.

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