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Da tifoso Viola ho provato per Lei quello che invertendo un famoso modo di dire definirei “odio a prima vista” “un colpo di sfulmine”. dopo che ci ha guidato al clamoroso 3-1 a Roma che sono convinto qualunque allenatore del pianeta avrebbe pareggiato dopo aver raggiuto il pareggio con Nikola.
Mia nonna diceva sempre “il buongiorno si vede dal mattino”
Niente di personale contro di Lei Signor Vincenzo. Anzi voglio esprimerLe la mia ammirazione perché è riuscito ad avere successo prima come calciatore, poi come allenatore e mi auguro che cresca ancora fino a diventare il migliore e magari lo faccia a Firenze emulando l’immenso Sir Alex Ferguson.
Inoltre la mia ammirazione viene dal fatto che Lei è noto come un grande lavoratore. Certo è che il suo è un lavoro privilegiato, ma in qualunque attività i risultati raggiunti attraverso il lavoro sono più appaganti che quelli raggiunti con “gli aiutini” o per eredità.
Almeno tre aspetti della sua filosofia di gioco e del suo modo di guidare la Viola marcano una grande distanza dal mio modo di vedere ed amare il semplicissimo gioco del calcio:
a) Il suo modo di giocare è noioso e ripetitivo. Quando inizia una partita della Viola sembra di vedere una replica o una continuazione della partita precedente. Pare di assistere al film con Bill Murray Groundhod day (il giorno della marmotta) in Italiano Ricomincio da capo. Amo il calcio essenziale, verticale, in cui l’importante è non subire goal perché mal che vada è un punto sicuro.
b) Molti tifosi Viola e io faccio parte di quel numero, la considerano un integralista, oltranzista, vittima delle proprie granitiche convinzioni. Molti tifosi, ma anche commentatori e giornalisti le imputano scarse capacità e spesso scarso tempismo nell’effettuare correzioni in corsa attraverso i cambi anche quando i cambi sarebbero azzeccati.
c) Per me che probabilmente al calcio do più importanza di quanta dovrei darne e che son stato buon lettore di Desmond Morris, subire un goal è una sofferenza fisica, una delusione cocente, addirittura un oltraggio.
Lei Signor Vincenzo a cui (egoisticamente) auguro tutto il bene del mondo visto che è il nostro allenatore, ci ha fatto vivere lo 0-4 contro l’Udinese/nulla di Cioffi, le due umilianti sconfitte interne in fotocopia con la Lazio di Sarri in cui la nostra metà campo potevamo anche affittarla o seminarci le cipolle. Sembrava di vedere il gatto col topo. Ci ha fatto perdere le finali prendendo goal in contropiede…
Ma come mai un grande lavoratore come Lei non allena in settimana la squadra a diventare duttile, a cambiare l’impostazione di gioco, a giocare a 3, a 5, con 2 attaccanti, senza attaccanti con Nico falso 9. Ad “albero di natale”. Perché? Non ha campioni in rosa, ma numerosi validi mestieranti.
Lei è un uomo intelligente a mosso da una sana, furoreggiante ambizione.
Mi scusi Signor Vincenzo Lei è stato un valente calciatore e oggi un apprezzato allenatore. Chi le scrive invece un modesto giocatore di calcio balilla, di subbuteo e di calcetto tra amici. Quindi perché mai dovrebbe ascoltare i miei suggerimenti ed accettare come un contributo costruttivo le mie critiche?
Vorrei scriverLe tante altre cose che non capisco e non mi piacciono tra cui chiedeLe perché non fa giocare Sottil nel suo ruolo naturale che è quello di ala destra? Riccardo scappa sistematicamente via e poi quando arriva in fondo sembra “incantarsi” perdersi… Io non credo sia imbrocchito, ma semplicemente fuori ruolo, ma non voglio dilungarmi e chiudo facendo riferimento a due delle ultime partite prima di quella di ieri a Udine in cui è stato fortunato e assolutamente bravissimo, favoloso, da dieci e lode: Atalanta e Genk.
Con l’inviso anzi invisissimo Gasperini ha vinto (dando al Suo popolo una gioia simile a quella che proviamo quando battiamo i gobbi) guidando una squadra vogliosa, determinatissima perché, sorprendendo tutti, ha CAMBIATO. La formazione, l’impostazione e anche (sapientemente) la squadra nel corso della partita.
In Belgio quando si è accorto che la squadra era affaticata e subiva sul piano dinamico perché ha tenuto in campo Arthur che non pareva nemmeno l’ombra di sé stesso? Negli ultimi minuti perché non ha lasciato davanti Nzola e Kouame mettendo un centrocampista al posto di Sottil?
Perché su McKenzie che non è certo diventato 2 metri tra mercoledì e giovedì e che aveva già mostrato la sua notevole pericolosità c’era Duncan e non uno prestante e forte di testa (Nzola, Kouame, Nikola)?
Le auguro, signor Vincenzo tutte le fortune del mondo, Eupalla è una dea capricciosa e perversa, ma il popolo dice “aiutati che Dio ti aiuta”
Forza Viola
Fabio Pastorelli
Nick name Boranga
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