Sì, proprio così: aveva ragione lui. Al di là della carta d'identità e di una classifica che vede Pioli&co. primi in classifica, Jack Bonaventura avrebbe potuto dare ancora tanto al Milan. Meglio così, meglio averlo dalla nostra parte uno così, soprattutto quando il gioco si fa duro e la personalità diventa un fattore decisivo in campo. Resta la cicatrice, quella separazione consumatasi con lo svincolo dell'estate 2020 dopo sei anni passati insieme e 184 presenze in rossonero. Ma sotto la pelle, Bonaventura, cova ancora la fame di chi vuol essere ancora protagonista. "Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio - spiegava il centrocampista ad agosto 2020 prima di sposare la causa viola - potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l'uomo il Milan lo ha visto tutto".
Il protagonista
Alla fine aveva ragione Bonaventura. Tra la sfida (doppia) al Milan e il rinnovo
Lasciato andare via a zero dal Milan, protagonista e leader nella Fiorentina: la gara di sabato al Franchi avrà un sapore speciale per Bonaventura
Detto, fatto: dal suo arrivo in viola, Bonaventura è riuscito a mettersi alle spalle i guai fisici che lo avevano tormentato, prendendosi la Fiorentina. Partita dopo partita, prestazione dopo prestazione. Oggi Bonaventura è uno degli intoccabili di Vincenzo Italiano, che a meno di lui, dall'inizio, ha fatto solo nella gara persa contro la Lazio. Semplice turnover. E il motivo non è solo tecnico, perché giocatori con la sua leadership, capaci di trascinare la squadra, ce ne sono sempre meno a giro. Lo sa bene la Fiorentina, che presto farà valere l'opzione per il rinnovo del suo contratto prolungandolo fino al 2023 (e si potrebbe andare oltre). Quella di sabato contro il Milan sarà anche la sua partita. Per dimostrare ancora una volta che lui, nonostante tutto, è ancora qua. Come prima, anzi, più di prima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA