La parola del giorno è merito. Al termine della sconfitta per 2-1 di ieri sera, Barak ha dichiarato: "Non abbiamo fatto quel secondo gol che dovevamo fare". E ancora: "Vince sempre la squadra che è più forte alla fine". In sintesi, se non abbiamo vinto è colpa nostra. Di tono simile le dichiarazioni di Italiano: "Perdiamo l'ennesima partita all'ultimo minuto. Non è possibile lasciare punti per strada dopo prestazioni eccellenti in cui non meritavamo di perdere". I numeri sembrano dare ragione al tecnico: 51% di possesso palla, 5 tiri nello specchio (contro i 3 del Milan) e 1 palo colpito da Biraghi all'ottavo minuto. Alle statistiche si aggiungono le occasioni da gol delle due squadre: Cabral (4') e Ikoné (89'); Tonali (43') e Diaz (45'). Il bilancio rimane in pareggio.
Le Parole
Italiano, Barak e il merito della sconfitta
Ma la Fiorentina ha perso e - inutile girarci intorno - vanno discusse le controverse decisioni arbitrali. Al 59' il VAR non ha dubbi: Tomori ha anticipato Ikoné, che viene atterrato senza fallo dalla gamba di richiamo. Nel recupero, invece, si decide che Rebic non disturba Terracciano e che l'autogol di Milenkovic è regolare. Entrambe le scelte, forse, meritavano una consultazione ulteriore dell'arbitro Sozza, ma restano difficili da valutare.
Perciò, lasciando da parte le polemiche arbitrali, davvero la Fiorentina meritava di perdere? Stando ai numeri, no. Eppure, dalle parole di Italiano e di Barak si capisce che aver segnato un solo gol e averne subito uno nel recupero è responsabilità gigliata. Perciò, sul piano della mentalità, la Fiorentina non ha meritato di perdere, ma il Milan ci ha creduto fino in fondo.
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