Classe 2006. Qualità, sogni e tanta voglia di Fiorentina. Tommaso Rubino, attaccante viola in prestito alla Carrarese, si è raccontato ai microfoni di Violanews.com. Tra l'esperienza in Serie B, alla voglia di fare ritorno a Firenze per dire la sua con la maglia della squadra del cuore. (LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA)

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Rubino: “La mia Fiorentina ne uscirà da gruppo. Li sento, ma mi serviva il prestito”
Tommaso, salve e grazie per aver accettato il nostro invito. 5 presenze e 1 gol con la Carrarese: come si sta trovando e che gruppo ha trovato?
—Alla Carrarese sto bene. È la mia prima esperienza fuori casa e mi sono ambientato subito. Sia con il gruppo che con lo staff. Lavoriamo in modo positivo e devo dire che sta andando tutto davvero bene.
Immagino non sia facile passare da un campionato di Primavera alla Serie B. Quali sono le differenze più importanti e quale difficoltà ha incontrato?
—Il salto dalla Primavera alla Serie B è stato molto importante. È un campionato ambizioso, con tanti giocatori forti e ritmi alti. Quest’ultimo aspetto è stata una delle difficoltà che ho incontrato. Anche l’intensità degli allenamenti è diversa: non ci sono mai tempi morti. Serve un po’ di tempo per ambientarsi, ma adesso mi sento pronto per dire la mia.
Ci racconta com'è nata l'idea di lasciare la Fiorentina? Sperava di restare?
—La decisione di lasciare la Fiorentina è stata presa sia dal club che da me. Volevamo intraprendere un percorso importante, cercando l’esperienza giusta per farmi crescere e prepararmi alla Serie A. Non è che non volessi restare a Firenze, ma sentivo il bisogno di fare un’esperienza diversa, capace di prepararmi per il salto in un’altra categoria. Volevo crescere non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Secondo me questa esperienza alla Carrarese mi servirà molto.
Sicuramente la scelta di lasciare Firenze è stata condivisa anche da suo padre Raffaele Rubino. Quali consigli le ha dato?
—Raffaele era d’accordo con me nella decisione di intraprendere questa esperienza alla Carrarese. Mi dà consigli ogni giorno, soprattutto sugli atteggiamenti e sulla voglia di lavorare. Aspetti che non devono mai mancare.
Tra all'atro suo padre adesso lavora a stretto contatto con il nuovo ds Roberto Goretti. Il suo contributo sarà importante per il futuro della Fiorentina. Ne avete parlato?
—Sono contento del suo nuovo ruolo: per lui è molto importante. Darà tutto per uscire da questa situazione e lavorerà al meglio, dando il massimo in dirigenza ma anche con i giocatori.
A proposito di Fiorentina, il momento è delicato. Sentirà ancora qualche compagno, amico. Se l'aspettava una situazione del genere?
—Della Fiorentina sento ancora qualche compagno, come Martinelli, Comuzzo e Fortini. Stanno attraversando un momento complicato, ma bisogna restare positivi e andare avanti. Una situazione del genere non era pronosticabile. La Fiorentina è una squadra forte, un gruppo stabile che si conosce da tanto tempo, ma il calcio purtroppo è anche questo. I momenti difficili vanno accettati e bisogna fare di tutto per superarli.
Lei è un figlio di Firenze e della Curva Fiesole. Che effetto le fa vedere questo clima di contestazione?
—Vedere questo clima a Firenze mi fa un effetto strano. I tifosi viola non si sono trovati spesso in questa situazione e capisco la loro rabbia. Nessuno si aspettava la Fiorentina ultima in classifica, ma loro non molleranno mai. E questo aspetto aiuterà i giocatori a uscire da questo momento.
In Germania c'è stato l'esordio di Galloppa, l'ha sentito?
—Si ci siamo sentiti. Con lui ho un rapporto bellissimo, abbiamo vissuto momenti importanti, dall'U17 fino alla Primavera. Sono molto felice per lui. Per come l'ho vissuto io direi che se lo è meritato, anche se è stato solo per una partita. Mi ha dato tanto, con lui ho sempre trovato le risorse giusto e mi sono sempre sentito bene.
Ha anche fatto esordire Martinelli questa stagione...
—È stata una scelta importante, anche perché Tommi (Martinelli ndr) non aveva mai giocato quest'anno, ha avuto il coraggio di buttarlo dentro. È stata una scelta giusta.
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