"A 18 anni potevo andare in prestito in Segunda, ma dissi no. Mi dissero: 'Sarai il terzo portiere della squadra B'. Poi si infortunarono Asenjo e il secondo, e mi trovai titolare in prima squadra. Un miracolo".
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"Da bambino giocavo attaccante. Poi mio padre, anche lui ex portiere, mi disse: 'Perché non provi?'. E da lì non ho più cambiato. Mi allenava nel cortile di casa, anche con la pioggia. Senza di lui non sarei mai arrivato fin qui".
L’era United: Ferguson, risate e responsabilità
"Sir Alex era come un padre. Ricordo che mi accusarono di aver rubato delle ciambelle in un supermercato. Non era vero, ma la stampa mi massacrò. Il giorno dopo Ferguson arrivò nello spogliatoio con una cassa di ciambelle. La mise davanti a me e disse: 'Prendi, David'. Tutti scoppiarono a ridere. Era un grande".
I compagni speciali: Mata e Agüero
"Juan Mata è la persona con cui ho condiviso più partite in carriera. Abbiamo giocato insieme per tantissimi anni, condividendo tanto anche fuori dal campo".
"A Manchester vivevamo vicini con Agüero. Abbiamo fatto tante cene insieme e giocato ore e ore alla PlayStation. Eravamo inseparabili".
Grandi avversari e modelli
"Rooney era una bestia, un capitano autentico. Messi? Una volta provai a dargli una spallata fortissima: non si mosse di un millimetro. È di marmo. Neuer è stato un esempio di costanza, una macchina. Busquets ha rivoluzionato il ruolo del mediano: mai visto un ‘cinque’ giocare così".

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