Roberto Goretti, direttore tecnico della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di Umbria Tv durante la trasmissione “L’anticipo”, intervistato dal suo ex giocatore al Perugia ed ex viola Aleandro Rosi. Ecco le sue parole

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Goretti: “Io abituato a ricostruire. L’Atalanta è l’esempio da seguire”
Com’è lavorare con Pradè?
—«Collaborare con lui è davvero piacevole: prima di tutto è una persona corretta, colta e capace di trasmettere entusiasmo a tutto il gruppo di lavoro. Da quando sono arrivato a Firenze, ormai da più di un anno, penso che insieme siamo riusciti a impostare un buon percorso. La scorsa stagione si era chiuso un ciclo e c’era la necessità di ripartire quasi da zero. A Daniele ho detto che sono abituato alle ricostruzioni: a Perugia ogni anno cambiavamo 20 giocatori su 24. Certo, qui il livello economico dei contratti è molto più alto e questo rende le cose più delicate».
Come sta procedendo?
—«Il cammino è partito con il piede giusto. Abbiamo puntato molto sull’italianizzazione della rosa, creando un nucleo forte di giocatori italiani. Rispetto all’anno scorso, quando avevamo tanti calciatori in prestito, adesso ne contiamo solo due e abbiamo dato più solidità patrimoniale alla squadra. Siamo vicini a raggiungere una stabilità importante per la Fiorentina. Vedremo in seguito quali altri passi saremo in grado di compiere».
E per ridurre il divario con le big?
—«Nel calcio la differenza principale la fanno i ricavi: ci sono 5-6 club con fatturati nettamente superiori. Chi sta subito dietro può provare a colmare la distanza solo costruendo un modello chiaro e uno stile di gioco riconoscibile. L’Atalanta è l’esempio lampante: con Gasperini e con una dirigenza coerente ha saputo creare un’identità precisa che l’ha portata a competere con realtà economicamente più forti. Per me la chiave sta lì: definire un modello e un’idea di calcio. Ovviamente non basta immaginarlo, serve anche la capacità di trasformarlo in realtà».
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