Non c’è proprio nulla da buttare in questa finale persa, c’è invece molto da conservare. C’è una squadra piena di orgoglio che ha lottato contro un avversario più forte, più ricco, più abituato a certe serate, ma che è andato in crisi sul piano del gioco. C’è un popolo che in una notte attesa nove anni si è spostato compatto, lasciando a Firenze il resto di una città che non può e non deve sentirsi delusa. Quasi un fiorentino su dieci ha seguito i viola fino a Roma, è tornato con una sconfitta, ma anche con la certezza di aver accompagnato una squadra fatta di gioco e di grinta, fiera, forte dentro. Una squadra che anche ieri ha dimostrato di avere un futuro. Doveva segnare più di un gol nei primi splendidi 25’, ma è la solita storia, tanta ottima produzione, scarsa realizzazione. Del resto, detto col massimo rispetto, se da una parte ci sono Lautaro Martinez, Dzeko e poi Lukaku e dall’altra Cabral e Jovic la differenza si vede e ieri si è vista. Forse ha esagerato anche nel coraggio, lasciare Milenkovic e Martinez Quarta nell’uno contro uno con Dzeko e Lautaro è davvero tanto, troppo. Senza raddoppio, il rischio è enorme e i viola lo hanno pagato caro".
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