Alzi la mano chi, nel tempo libero sfogliando il passaporto, non aveva notato lo stadio Franchi a pagina 31. A raccontare di questa presenza è stato direttamente Andrea Pessina, Soprintendente delle Belle Arti in una intervista a La Nazione (Leggi qui le sue parole). L'affermazione deriva dal forte desiderio di ribadire l'importanza di tutelare un monumento storico che, in maniera un po' ardita, Pessina ha equiparato al Colosseo. Insomma, il simbolo dell'Italia nel mondo vale il Franchi. Un po' come dire che Antognoni e il Tanque Silva hanno la stessa importanza visto che entrambi hanno vestito la maglia numero dieci della Fiorentina. Incuriosisce, fra l'altro, che sul passaporto si vede la tribuna dello stadio com'era prima degli interventi realizzati in occasione dei mondiali di Italia '90. Rispetto ad oggi nell'immagine manca la copertura in metallo sulla tribuna laterale. Fu quella un'opera che, sul finire degli anni '80, venne fortemente criticata e sul banco degli imputati ci finì la Soprintendenza stessa che avallò la realizzazione di elementi che sul piano estetico cozzavano col l'impianto originale. Insomma, il passaporto evocato da Pessina riporta "l'opera" Franchi come non è più oggi. Il messaggio della Soprintendenza voleva sottolineare la rilevanza storico-culturale dell'impianto, siamo sicuri che il messaggio passato sia quello giusto? Se avete il passaporto a portata di mano mettetelo controluce, guardando bene noterete anche una parte esterna dello stadio con una parte di una scala elicoidale.
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FOTO – Passaporto, pagina 31: c’è la tribuna del Franchi (poi modificata per Italia ’90)
Pessina ha spiegato che l'importanza del Franchi si spiega anche con la raffigurazione sul passaporto italiano. Ma la tribuna da allora ha già subìto modifiche (che costarono critiche proprio alla Soprintendenza)
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