Firenze seconda casa? "Sono abituato a dare tutto per la maglia, per l'allenatore e la società che ti danno fiducia. Quando dai tutto in campo non hai nulla da recriminarti. Cerco di farlo sempre, con la maglia della Nazionale, della Roma in passato e ora in viola. Mi piacciono molto i tifosi viola, è un tipo di calore che amo. La passione ti spinge sempre a fare meglio, serve per la crescita di ogni giocatore. Giocare in un ambiente con poche pressioni è deleterio, solo con gli stimoli si migliora".
Soprannome "cane malato" di Mourinho? "I soprannomi li lascio dare ai tifosi o all'allenatore. Gran parte dell'ambiente calcistico non ha visto tutte le potenzialità che ho e quello che penso di poter esprimere. Con Mourinho ho sviluppato caratteristiche che ho migliorato, soprattutto in fase difensiva. Sono consapevole dei miei mezzi e sono pronto per farli vedere a tutti. Non vedo l'ora che mi diano un altro soprannome".
Caratteristiche e compagni? "Mi piace sia un centrocampo a due sia a tre, sono abbastanza duttile. In un calcio moderno c'è tanto movimento e la cosa importante è eccellere in entrambe le fasi. Non ho un nome di un centrocampista ideale con cui giocare". Competizione? "Ci sono tante partite in stagione. Non lotto coi miei compagni anche se siamo in tanti, conta essere tutti parte del progetto, sentirsi protagonisti. Perché arrivare in fondo alle competizioni stanchi non è mai una buona cosa".
Ambizioni? "La Fiorentina sta attuando un percorso di crescita unico in Italia, le coppe e i trofei non arrivano subito. La società è sulla strada giusta con due finali consecutive, anche se perderle fa male. So cosa significa perderla perché mi è successo in Europa League. C'è sempre un motivo per cui arrivi fino in fondo. È difficile gestire entrambe le competizioni, con tante partite il rischio è perdere punti in campionato, ma non deve succederci".
Pronto per la Fiorentina? "Non sarei qui se non fossi pronto, voglio mettermi in gioco e fare il maggior numero di partite con questa maglia". I centrocampisti? "Ho avuto la fortuna di giocarci contro e di conoscerli, sono tutti ragazzi incredibili. Non è scontato, è una base che ti aiuta ad avere un rapporto umano che ti aiuta anche in campo. Sono più giovane, ma in questi tre anni alla Roma ho giocato tante partite anche in Europa e ho vissuto tante emozioni. L'età non è così importante, da giocatori più esperti impari certe cose che per forza dell'età non puoi avere. Ancora non ho avuto modo di scoprire la caratteristica che voglio apprendere da loro, ma li studierò in allenamento".
Giovane? "In tutta Europa giocano ragazzi di 16/17 anni, non sono giovanissimo. Sono nell'età in cui devo fare qualcosa in più e dimostrare. C'è una grande tradizione di romani venuti qui, Firenze è una città dove si vive bene e per un calciatore non è così scontato. Credo la scelta della Fiorentina sia la migliore che potessi prendere".
Perché Firenze? "Il motivo per cui ho scelto la Fiorentina è il progetto che è portato avanti da più anni, arrivo qui nel momento in cui si può fare uno step in più. È il posto perfetto per giocare tante partite e crescere come giocatore e come persona".
Lasciare Roma? "È una scelta mia perché mi hanno detto che non avrei avuto spazio e a me serve per crescere e diventare il giocatore che voglio essere, voglio essere protagonista e al centro di un progetto. Sono qui per sentirmi importante, giocare tante partite e avere il maggior entusiasmo possibile".
Nazionale? "Un grandissimo onore, per vestire la maglia azzurra però devi giocare. Nel momento in cui non sono al centro del progetto e non può essermi garantito spazio, ho scelto un posto in cui mi sento importante per fare bene e arrivare in Nazionale. È un obiettivo e voglio arrivarci".
Palladino? "Mi ha chiesto applicazione, devo assimilare i concetti che il mister ha. Mi ha chiesto di essere il più attento possibile per cogliere quello che lui chiede, se tutti facciamo così siamo più uniti e svolgiamo meglio i compiti in campo. Gioco dove il mister mi mette, giocherei quasi anche in porta. Non mi precludo niente perché giocare in più ruoli ti insegna cose diverse. Anche se preferisco giocare a centrocampo naturalmente (ride ndr)".
Rapporto col goal? "Posso migliorare. L'ho sempre avuto buono, ma negli ultimi anni meno. Adesso le reti stanno tornando e spero che vadano sempre ad aumentare".
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