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Comuzzo: “Studio Calafiori e Bastoni, aspetto Lukaku. Così voglio restare in alto”

Alessandro Guetta Redattore 
Le parole del mastino viola da Coverciano: tutta l'emozione di vivere la Nazionale maggiore per la prima volta

Pietro Comuzzo, difensore della Fiorentina alla sua prima convocazione in Nazionale, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano:

Quando un bambino inizia a giocare a calcio e vede la Nazionale in tv, il suo sogno è sempre quello di lavorare con loro. E' il sogno più grande che potessi realizzare. Non ho festeggiato in nessun modo particolare, parlo molto con la mia famiglia e siamo rimasti tra di noi, cene o feste nello specifico non ne ho fatte.

Caratteristiche

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Mi esalto sicuramente nella marcatura, nel duello. Poi non mi pongo limiti nell'imparare altro dal punto di vista tecnico, voglio diventare il più completo possibile, migliorare sulla costruzione, prendere qualcosa da Bastoni e Calafiori e limitando le mie lacune.

Momenti

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L'esordio in Serie A sicuramente, e poi da gennaio quando mi sono aggregato stabilmente alla prima squadra, lì ho capito di poter stare in questo mondo. Un pensiero va sicuramente a mia mamma, tutto quel che faccio è per lei.


Concentrazione

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Di certo è una qualità... Per come sono fatto, per come sono stato educato, è la testa che comanda tutto in campo, per un difensore è fondamentale.

Inno e ricordi

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E' l'inno più bello del mondo, ti fa capire l'importanza e la bellezza di questo Paese. Cantarlo in campo per questa nazione è quanto di più bello potessi immaginare. Il mio idolo è Chiellini, vederlo a Euro 2020 è stato bellissimo.

Fiorentina

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Siamo lassù, cerchiamo di lavorare per rimanerci. Ora però alla Fiorentina non ci penso, in questi sette giorni sono in Nazionale e penso alla Nazionale. Palladino mi dà consigli su cosa posso migliorare. La cosa bella del gruppo viola è proprio la forza dell'insieme, se siamo lì è perché ce lo stiamo meritando, siamo un gruppo giovane e lottiamo per mantenere la posizione.

Rischio da evitare

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Si dice che arrivare è facile e rimanerci è difficile. Mio papà mi diceva sempre che se si costruiscono fondamenta abbastanza solide è più semplice essere stabili, io credo di averlo fatto nel corso del tempo.

Messaggi

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Ne arrivano tanti, quello particolare è stato mio papà, poi ho sentito i vecchi allenatori dell'Udinese e dei dilettanti, li ringrazierò sempre perché tutto questo è anche merito loro. La maglia? No, me la tengo, la teniamo a casa fra di noi.

Spalletti

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L'ho abbracciato e mi ha detto "Cavolo, sembri più forte fisicamente di quello che sei!"

Quando l'esordio?

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Anche solo essere qui significa moltissimo, poi se ci sarà la possibilità di giocare è tutto di guadagnato. Certo, preferirei Italia-Francia perché è in Italia e a San Siro, ma non importa. Un avversario? Chi capita capita... Magari Lukaku, sarebbe una gran bella prova.