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Concentrazione
—Di certo è una qualità... Per come sono fatto, per come sono stato educato, è la testa che comanda tutto in campo, per un difensore è fondamentale.
Inno e ricordi
—E' l'inno più bello del mondo, ti fa capire l'importanza e la bellezza di questo Paese. Cantarlo in campo per questa nazione è quanto di più bello potessi immaginare. Il mio idolo è Chiellini, vederlo a Euro 2020 è stato bellissimo.
Fiorentina
—Siamo lassù, cerchiamo di lavorare per rimanerci. Ora però alla Fiorentina non ci penso, in questi sette giorni sono in Nazionale e penso alla Nazionale. Palladino mi dà consigli su cosa posso migliorare. La cosa bella del gruppo viola è proprio la forza dell'insieme, se siamo lì è perché ce lo stiamo meritando, siamo un gruppo giovane e lottiamo per mantenere la posizione.
Rischio da evitare
—Si dice che arrivare è facile e rimanerci è difficile. Mio papà mi diceva sempre che se si costruiscono fondamenta abbastanza solide è più semplice essere stabili, io credo di averlo fatto nel corso del tempo.
Messaggi
—Ne arrivano tanti, quello particolare è stato mio papà, poi ho sentito i vecchi allenatori dell'Udinese e dei dilettanti, li ringrazierò sempre perché tutto questo è anche merito loro. La maglia? No, me la tengo, la teniamo a casa fra di noi.
Spalletti
—L'ho abbracciato e mi ha detto "Cavolo, sembri più forte fisicamente di quello che sei!"
Quando l'esordio?
—Anche solo essere qui significa moltissimo, poi se ci sarà la possibilità di giocare è tutto di guadagnato. Certo, preferirei Italia-Francia perché è in Italia e a San Siro, ma non importa. Un avversario? Chi capita capita... Magari Lukaku, sarebbe una gran bella prova.
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