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Bucciantini: “Igor esempio di ‘fare calcio’. Stadio? Ecco la mia preferenza”

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"Igor mi racconta la capacità di fare un calciatore"

Redazione VN

Protagonista del consueto "filo diretto" con il Pentasport di Radio Bruno, Marco Bucciantini ha risposto così alle domande dei tifosi viola:

Bilancio positivo? Il bilancio si fa a fine anno. La Fiorentina ha una classifica più giusta per i numeri che esprime. E' una squadra più efficace che ha recuperato giocatori, inserendo i nuovi. Oltre alla classifica ci sono due Coppe che faranno la sostanza della stagione. Giocarsi il settimo posto e le coppe fino alla fine è il passo avanti della stagione. Igor? La Fiorentina lo prende da una squadra che retrocede. Il primo anno a Firenze non era questo giocatore, lo ha migliorato l’allenatore. Così come successo con Sottil e tanti altri. In difesa ci sono due maglie e se le stanno contendendo in tre. Sono tre calciatori che sento molto fiorentini, su cui la Fiorentina ha investito e saputo aspettare. Non ho paura di perdere i difensori. Igor è l'esempio di fare calcio. Se sai farlo, puoi anche vendere e ricomprare. Igor mi racconta la capacità di fare un calciatore e il suo caso ci dimostra quanto siano importanti operazioni del genere per essere competitivi. Europa? Gli otto gol in due trasferte ci stanno dando un ruolo importante nel calcio. Sto seguendo questo percorso con ammirazione, stiamo onorando la competizione.

E sullo stadio

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Sostanzialmente fai uno stadio nuovo. Da un punto di vista politico è un capolavoro, ammodernizzi un’infrastruttura con i soldi del Pnrr. E’ la soluzione ideale e giusta? Il mio sogno era quella di avere uno stadio di proprietà. Poi c'è da considerare che per due anni traslochi. Sono tanti, troppi e non sono nemmeno giusti. Non è il problema del fatturato, è il non giocare nel nostro stadio. Per me la soluzione migliore è fare uno stadio provvisorio in città di 15-20mila persone, giocando le Coppe “in trasferta”. Adeguiamo la struttura dei Marescialli anche se in 6 mesi probabilmente non riesci neanche ad avere i permessi... Giocare ad Empoli, per esempio, non è la stessa cosa, è lo stadio di un’altra squadra: non esiste che andiamo due anni in casa di altri.

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