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Bucciantini: “Esclusione un messaggio a Nzola e Beltran, non bocciatura”

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"Italiano è più divisivo, un allenatore poco politico e molto concentrato sul lavoro. Ci ha migliorato come squadra e come pubblico"
Redazione VN

Marco Bucciantini è intervenuto nel corso del "Pentasport" di Radio Bruno per commentare la vittoria della Fiorentina sul Genk:

"Un gran risultato, il Genk è una squadra competitiva che gioca da tanti anni nelle coppe europee. La Fiorentina con questa vittoria la elimina, è un successo bello e importante. Dal 20' la partita si è inclinata dalla parte viola, si è vista la squadra capace di tirare 25 volte a 2. Intanto vinciamo il girone che è molto più difficile dell'anno scorso. E siamo siamo messi meglio in campionato, il quinto posto è solo a un punto. Siamo in lotta per tutti gli obiettivi".


Mina? "Ha giocato una partita, già questo è bene. Mina c'è, ci allunga le rotazioni dietro. Fa una giocata importante perché pareggiare all'ultimo minuto del primo tempo è fondamentale. Deve trovare l'intensità di gioco e il coraggio nell'interpretare il ruolo, ma è un bene che abbia giocato una partita intera".

Esclusione degli attaccanti? "Anche se sono solo loro due, questo non significa che uno deve giocare per forza. Lo vedo come un messaggio piuttosto diretto a Nzola e Beltran che forse si cullavano su questa sicurezza. Non è però una bocciatura, non sono certo messi da parte. Kouamé ti da sempre un'idea di disponibilità, dà sensazioni diverse. È rientrato bene nella Fiorentina che lo ha ricondizionato. Abbiamo un problema col goal degli attaccanti, ma abbiamo dominato la partita. Se siamo lì nonostante ci manchino i goal non può diventare un'accusa a questa squadra, ma un merito".

Italiano? "È un allenatore ambizioso che sta costruendo, è in un percorso che necessita di continua crescita. C'è bisogno di percepirlo per continuare bene insieme. Il contrario di bello è brutto, non è efficiente. La bellezza nello sport è una vittoria. Clima avverso? "È un problema generalizzato anche in altre piazze, basta guardare Pioli al Milan. Italiano è più divisivo, è un allenatore poco politico e molto concentrato sul lavoro. In questo momento manca un po' di riconoscimento della bravura e del talento degli altri. Per me Italiano ci ha migliorato come squadra e come pubblico. Ci ha creato un'esigenza, battendo squadre con cui la Fiorentina non vinceva più. Non è vero che è integralista, non ha mai schierato la stessa formazione da quando è qui. Cambiare atteggiamento di fronte agli avversari è il pensiero debole del calcio, il pensiero forte è quello identitario".

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