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Parla il capitano

Biraghi: “Convinto da sempre delle potenzialità. Porteremo Firenze in campo”

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Il capitano della Fiorentina Cristiano Biraghi ha preso la parola in sala stampa alla vigilia della finale di Coppa Italia con l'Inter: ecco tutte le sue considerazioni

Alla vigilia della finale di Coppa Italia, insieme a Vincenzo Italiano (leggi qui le sue parole) si è presentato in sala stampa anche il capitano Cristiano Biraghi. Ecco tutte le sue considerazioni.

Cammino lungo

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"Ho sempre pensato da subito anche nelle difficoltà che questa squadra potesse fare cose importanti. Ero convinto di questo, tutti i giorni in allenamento vedevo che la strada era quella giusta, non riuscivamo a sfruttare le tante occasioni create e le prestazioni non sono mai mancate. Era solo questione di tempo e di aspettare qualche compagno e di un pizzico di fortuna. Arrivare a giocare due finali è sempre difficile da dire, ma sapevo che la stagione sarebbe stata importante".


Chiave di volta

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"Che corde ho toccato? Essendo capitano quando le cose non vanno bene si cerca di trovare il problema ma non è mai semplice farlo. La cosa che cercavo di fare era continuare a credere in quello che stavamo facendo: nelle difficoltà è facile perdere la retta via e pensare che quello che si sta facendo non sia determinante, invece grazie all'allenatore abbiamo sviluppato un'idea di gioco subito ascoltata. Abbiamo capito che era la cosa migliore per rendere al meglio. Siamo un gruppo fantastico e tutti remano dalla stessa parte".

Orgoglio

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"Il gruppo è importante quando si arriva a raggiungere questi livelli. Due finali in un anno significa che c'è una serie di cose importanti fatte. Una è sicuramente la compattezza della squadra, il tirare tutti nella stessa direzione senza perdere nessuno per strada. È una componente che permette di arrivare a fine maggio giocando due finali".

Firenze in festa

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"Non so immaginare, o forse non voglio. Abbiamo visto anche ieri all'allenamento a porte aperte, nelle trasferte lontano sempre grande sostegno e un entusiasmo che si respira. Immagino grandi cose, ma mi piacerebbe viverle più che immaginarle. Siamo pronti, la squadra ha percepito che cosa c'è a Firenze e l'importanza di questa finale, cosa significa per la gente. Immagino che vincere in una città così passionale e non abituata purtroppo a trionfare penso sia straordinario".

Appuntamento con la storia

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"Una svolta in particolare non c'è stata, ma la continuità di risultati che abbiamo avuto con tanti giocatori nuovi che si sono ambientati ha fatto la differenza. È cresciuto l'entusiasmo e parallelamente abbiamo capito la piazza: i tifosi sono viscerali ed è stato importante anche per i nuovi comprenderlo: da lì in poi i risultati e la forza di gruppo ha dato qualcosa in più a livello di spirito e atteggiamento. Noi domani, ma come sempre, vogliamo portare Firenze in campo e questo ci darà la spinta in più".

Quale Fiorentina?

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"La Fiorentina andrà in campo senza rimpianti comunque vada a finire. Sono sicuro che faremo il massimo e a fine partita non avremo recriminazioni".

Cuore di capitano

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"Portare la fascia a Firenze non è come farlo da altre parti. Non è un peso, ma un orgoglio portare avanti un ideale che era iniziato da quando Davide Astori aveva preso la fascia. Lui era arrivato qualche anno prima di me ma era tutto ripartito quasi da zero e il suo obiettivo e della società era quello di rifondare e cercare di tornare ai livelli della Fiorentina. Purtroppo è venuto a mancare e tutti coloro che hanno indossato quella fascia hanno fatto una promessa: portare avanti il suo principale obiettivo, pensare solo al bene della Fiorentina".

Prima per molti

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"Per tanti ragazzi sarà la prima finale. Non vedo apprensione o preoccupazione, piuttosto tanta voglia di arrivare il prima possibile a iniziare la partita e questo si percepisce. Domani sicuramente appena inizierà la partita tutte le emozioni si lasceranno andare".

Viscerale

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"A Basilea penso fosse doveroso fermare il gioco per cercare di capire cosa fosse successo al tifoso. Le prime voci giunte in campo erano che fosse una situazione complicata e non ci fossero medici, era importante richiamare l'attenzione. Il legame con i tifosi è molto bello, rispettoso e soprattutto chi come me è qui da più tempo ha creato un rapporto che va oltre il calcio e questo aiuta tanto la squadra, soprattutto nei momenti di difficoltà".

Visita al Quirinale

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"Molto emozionante, arrivare col treno e andare subito dal Presidente della Repubblica è un grande onore, ci rende orgogliosi. Ci ha fatto subito entrare in clima finale".

Ritrovare l'Inter

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"Mi aspetto un avversario da Champions League, una squadra a livello individuale con giocatori fortissimi di livello internazionale che sanno come gestire partite di questo genere. Sarà una squadra molto fisica per una rosa che al completo è la più forte d'Italia. Ma ci siamo anche noi: giustamente loro sono i favoriti, ma se siamo arrivati qui meritiamo anche noi".

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