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L'intervista

Barak: “Sono stato ad un passo dal Napoli. Riscatto? Non me l’aspettavo”

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Il centrocampista gigliato Antonin Barak ha rilasciato una lunga intervista dove ha parlato della sua prima stagione in maglia viola
Redazione VN

Il centrocampista gigliato Antonin Barak ha rilasciato un'intervista a TMW: ecco alcuni passaggi clou delle dichiarazioni del classe '94.

Conference League

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"Speriamo di arrivare a Praga! C'è ancora la partita contro il Lech che non è chiusa, ma abbiamo un ottimo vantaggio che dobbiamo sfruttare giocando in casa. Sarebbe un peccato non sfruttare questa occasione. Poi vediamo chi incontreremo tra Nizza e Basilea. Dobbiamo essere consapevoli di quello che stiamo facendo e sfruttare questa occasione. Abbiamo perso tanti punti in campionato e questa può essere un'occasione per qualificarci in Europa League il prossimo anno. Vero, non è la Champions, né l'Europa League dove giocano le squadre più forti. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è proprio conquistare un posto in EL, visto che la Champions è ormai lontana. Comunque anche la Conference League è sempre Europa e per noi è una grande occasione. Abbiamo tanti giocatori che hanno poca dimestichezza con l'Europa, e questo è un passaggio che ci può permettere di abituarci a questi ritmi anche in vista delle prossime stagioni".

Coppa Italia

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"Inter e Juventus sono le squadre più forti che potremmo incrociare, ma noi pensiamo alla partita di ritorno contro la Cremonese perché il pericolo c'è sempre, soprattutto in turni secchi come sarà il ritorno a Firenze. Se fai un errore, la partita si apre e può succedere di tutto. In questo momento pensiamo molto alle Coppe, entrambe. Sono per noi grandi obiettivi, dove sappiamo che abbiamo la possibilità di fare qualcosa che in campionato è più difficile".

Verona e Italiano 

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"Sapevo che a Verona, con tutto il rispetto, non avrei potuto raggiungere i miei obiettivi da calciatore come giocare le Coppe. Col mister ho parlato il giorno prima di arrivare qua. Era il giorno della partita di ritorno contro il Twente e ancora non si sapeva se la Fiorentina si sarebbe qualificata. Io ero convinto che i miei quasi compagni avrebbero passato il turno. Nella Fiorentina ho visto un progetto a lungo termine, col centro sportivo in arrivo e mi ha dato la possibilità di credere che questo sarebbe stato un grande passo avanti nella mia carriera e per raggiungere i miei sogni".

Le pretendenti prima della Fiorentina

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"Del Milan non sapevo niente, perché al mio procuratore ho sempre detto di chiamarmi solo se c'era un interesse davvero concreto. Negli anni passati tanti club si sono interessati, poi però non è successo niente e questo mi ha fatto perdere un po' la concentrazione. Col Napoli avevo fissato un incontro con Giuntoli ad aprile e anche dal Verona tutti mi dicevano che ormai ero a un passo dagli azzurri. Anche D'Amico scherzava su questo. Sono stato veramente a un passo, poi la cosa è saltata e non voglio dire perché. Al Napoli ero molto vicino. Io non ho detto no, è saltata per altri motivi. Però poi c'era anche la Fiorentina, è sempre stata una sfida tra loro e il Napoli. Poi come ho detto, il mio procuratore mi chiama solo quando le cose si fanno serie. Mi ha chiamato per parlarmi della possibilità di vestire la maglia della Fiorentina e ho detto subito sì perché anche in questo club ho visto tanti giocatori cechi che in passato hanno vestito questa maglia e sono diventati dei campioni. Ho parlato dopo la firma ad esempio con Ujfalusi. Era molto contento che avessi scelto la Fiorentina. Mi ha detto di stare sereno, di tornare in forma e che il mio momento sarebbe arrivato. Lui avrebbe voluto finire la carriera a Firenze, però poi non si sono trovati d'accordo e non è riuscito in questo intento. Mi diceva anche che vuole comprare qua una casa perché vorrebbe tornare a vivere a Firenze".

Jankto

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"La sua storia la conosco da mesi. Siamo stati insieme a Udine ed eravamo gli unici due cechi in squadra e abbiamo legato molto. Lui si è aperto con me, mi spiegava le cose, quanto soffriva e tutti i suoi problemi. Poi vedevo anche in Nazionale che un giorno si svegliava contento e un altro impazziva, anche perché doveva prendere gli antidepressivi per superare questa situazione. Non era contento della sua vita. Poi si è aperto e sapeva che questo poteva essere l'unico passo per mettersi tutto alle spalle e cominciare da zero. Queste sono cose che fanno parte della vita, ognuno ha il diritto di vivere come vuole. L'importante è che lui sia contento e che trovi la serenità dentro di lui".

Viola Park

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"Sicuramente può portare molta più attenzione anche da parte dei giocatori che vengono cercati dal club. Un calciatore guarda tutto e se vedi questo tipo di strutture è molto più facile convincere i giocatori per migliorare la squadra e puntare ancora più in alto. Per i giocatori che sono già qua, è importante per lavorare meglio nel quotidiano".

Il riscatto 

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"È stato molto bello. La società è stata gentile, mi hanno dimostrato tutti una grande fiducia. Non me l'aspettavo. Pradè me l'ha comunicato nel corso della cena di Natale a metà dicembre. Io li ho ringraziati perché ero molto contento. Poi è stato un grande passo avanti per ambientarmi e sentirmi parte di questo club".

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