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Primavera tra storia e futuro: quei diamanti da sgrezzare e un allenatore fatto in casa

Primavera tra storia e futuro: quei diamanti da sgrezzare e un allenatore fatto in casa - immagine 1

Campioni in carica dal 2019 in Coppa Italia, due trofei già in bacheca quest'anno, i playoff a portata di mano. E tanti giovani talenti guidati da un giovane allenatore di talento

Stefano Fantoni

Quando la Fiorentina ha vinto la prima coppa della serie, il covid non esisteva, la Russia non aveva invaso l'Ucraina e in Italia c'era il Governo Conte I. Quattro coppe dopo il mondo è cambiato, ma è rimasta una certezza: la Fiorentina vince la Coppa Italia Primavera.

Quattro edizioni vinte consecutive, mai nessuno come i viola. Né l'Inter degli anni '70 (quattro successi in sei anni, tre di fila), né il Torino degli anni '80 (sei in otto anni, ma sempre tre di fila), né l'Atalanta di inizi anni 2000 (tre in quattro anni, ma solo due consecutive).

Torino 2019, Reggio Emilia 2020, Parma 2021, Venezia 2022. Le bandierine messe anno dopo anno dalla Fiorentina in un giro d'Italia dove a ogni tappa corrisponde un dolce ricordo: Vlahovic che mata il Torino, Dutu che incorna il Verona, Spalluto che stende la Lazio, Corradini che gela l'Atalanta.

L'appetito viene mangiando

Il trionfo del Penzo è il secondo stagionale dopo la Supercoppa, conquistata sbancando il Castellani contro l'Empoli campione d'Italia. E all'orizzonte c'è uno scontro diretto che sa di finale, contro la Sampdoria: in palio non c'è un trofeo, ma un posto nei playoff. Con una vittoria la Fiorentina si metterebbe in tasca il biglietto per le finali scudetto con una giornata di anticipo, altrimenti dovrebbe attendere l'ultimo turno, per mantenere il +2 sui blucerchiati o, nella peggiore delle ipotesi, per provare a controsorpassare i rivali.

Diamanti da sgrezzare

Il nocciolo della questione, ovvero se ci sono giocatori già pronti per la squadra, viene risolto da Aquilani in persona: "Oggi non ci sono ragazzi pronti per la prima squadra, ma lo diventano con l'esperienza". Nell'attesa, focalizziamo l'attenzione su alcuni gioiellini. I fuoriquota classe 2002, ovvero Bianco, Corradini, Agostinelli, Frison e Neri, sono a fine ciclo e giunti al salto nei prof: sarà fondamentale trovare la squadra giusta per farli giocare con continuità, come hanno fatto Pierozzi, Spalluto e Fiorini quest'anno.

Tra i classe 2003 sembrano pronti a farsi valere con i grandi Krastev, Distefano e Toci. E veniamo ai 2004, in età da Under 18 ma ormai titolari inamovibili e pedine chiave anche nella prossima annata: gli esterni Kayode e Favasuli ed il tuttocampista Amatucci, ai quali si è aggiunto il marcatore Biagetti. E chissà che, nell'attesa di ricominciare la stagione in Primavera o volare altrove, non arrivi la convocazione per il ritiro della prima squadra a Moena.

Un allenatore fatto in casa

E se in futuro l'allenatore della Fiorentina fosse proprio Alberto Aquilani? Dopo essere stato un ottimo calciatore, l'ex centrocampista viola si sta velocemente costruendo una reputazione anche in panchina e non sarebbe così campata in area l'idea di affidargli la prima squadra un domani non così lontano. Sia chiaro, non sto scrivendo che a fine stagione debba consumarsi la staffetta Italiano-Aquilani, ma che la Fiorentina sa di avere già in casa un allenatore migliorato sotto ogni profilo. Un allenatore in grado di ottimizzare e valorizzare le risorse a disposizione, di creare un'identità tecnica e tattica, di pensare a giocare e non a non far giocare. In sintesi, un allenatore moderno, che con quattro trofei in due anni inevitabilmente ha acceso su di sé i riflettori. Intanto la Primavera, in futuro chissà...