IL RICORDO DI BRUNO BEATRICE

36 anni fa la morte di Bruno Beatrice, il “mastino” del centrocampo viola

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Il 16 dicembre 1987 moriva l'ex centrocampista viola, vittima, accertata, di una sciagurata terapia (a base di raggi Röntgen) per curare una pubalgia nella primavera del 1976

Oggi ricorre il 36° anniversario della morte di Bruno Beatrice, centrocampista della Fiorentina dal 1973 al 1976, con cui disputò 97 gare ufficiali realizzando un gol.

In quel lontano mercoledì 16 dicembre 1987 il cuore di Bruno Beatrice, il celebre “indiano” del centrocampo viola della metà degli anni settanta, emise l’ultimo battito. La leucemia linfoblastica, provocata da una massacrante terapia a base di raggi Röntgen (per la quale è stata accertata la responsabilità di diverse persone), non gli aveva lasciato scampo. Nelle tre stagioni passate a Firenze Beatrice aveva rappresentato un perno indispensabile dell’assetto della fascia mediana davanti alla difesa gigliata gigliata, sia con Radice, poi con Rocco (e Mazzoni) e, quindi, con Mazzone. In quel periodo, precisamente nel 1975, la Fiorentina conquistò la Coppa Italia e la Coppa di Lega Italo-Inglese (ultimo successo internazionale ufficiale conquistato dalla squadra gigliata) ed il centrocampista, scuola Inter, fu uno dei protagonisti di quei trionfi. Probabilmente, se la sorte avversa di quel periodo, non avesse voltato le spalle a Roggi e Guerini (e, per certi versi, anche a Caso e Desolati), lo stesso Beatrice avrebbe rappresentato un valore aggiunto in quella squadra che, in molti, consideravano la degna erede della Fiorentina “yé-yé” tricolore.


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Nonostante la carriera in maglia viola fosse terminata nel peggiore dei modi a causa di una cessione al Cesena da lui contestata, la passione di Beatrice e della sua famiglia verso Firenze, ed i colori viola, non si interruppe. Ancora oggi, infatti, la signora Gabriella ed i figli Alessandro e Claudia, che da piccoli vissero la terribile tragedia della perdita del padre appena trentanovenne, partecipano attivamente alle iniziative dell’associazione “Glorie Viola”. Lo stesso Alessandro, a conferma di questo legame indissolubile con Firenze e la Fiorentina, ha chiamato Viola sua figlia.

In un periodo in cui si sente spesso parlare di mancanza di “attaccamento” alla maglia, VIOLANEWS onora, nel 35° anniversario della morte, l’ex centrocampista della Fiorentina, che, per quella maglia ha dato tutto in campo, accettando qualsiasi cosa pur di dare il proprio contributo a quella divisa che amava profondamente.

 

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